Sanremo senza una casa discografica. È la rivoluzione di internet. «Mi sento una realtà parallela. Nessuno lavora per me, non ho un contratto», dice Nicolas Bonazzi, cuoco bolognese di 27 anni che presenta «Dirsi che è normale», ballad prodotta da Gelso Valli. È lui uno dei dieci artisti (sempre che non venga squalificato per aver già pubblicato il brano su internet nel 2008, verifiche in corso) che si sfideranno al Festival nella categoria «Nuova generazione». La lista è stata ufficializzata ieri. Dieci canzoni, tanto amore e poco impegno, scelte fra i circa mille (988 per la precisione) provini mandati via web. Qualcuno è già conosciuto, altri sono debuttanti, tutti con un contratto con una major o con Sugar, niente trippa per le piccole etichette. Andiamo in ordine alfabetico. Jessica Brando, il cognome non è quello vero ma un omaggio a Marion, 15 enne, sfodera la sua voce in «Dove non ci sono ore». I Broken Heart College, duo che quest'estate si è fatto notare con «Na na na», portano «Mesi», ballad sul calendario per un target di teen romantiche. Mattia De Luca, romano, classe 1985, studi musicali negli Usa, spara alto: «Non parlare più» l'ha scritta con Tricarico e l'ha fatta produrre da Phil Palmer. La Fame di Camilla («Buio e luce») è un gruppo pugliese che mischia italiano e albanese, lingua del cantante Erma! Meta. Luca Marino, 28 enne varesino, presenta «Non mi dai pace». Due nomi si conoscevano già, quelli dei vincitori di Sanremo Lab: Jacopo Ratini («Su questa panchina») che arriva dal mondo della canzone d'autore e Romeus, pure lui con un testo di Tricarico («Come l'autunno»). Tony («Il linguaggio della resa»), napoletano dagli occhi di ghiaccio e animo r&b, è la scommessa di Mara Maionchi che lo ha pescato nel primo «X Factor». Nina Zilli, look retro, un brano nel prossimo film di Ozpetek, ci prova con «L'uomo che amava le donne». Cade il tabù dell'inedito. Le canzoni sono online e si possono ascoltare sul sito Rai (se solo funzionasse...).