Aveva paura di non dire niente e invece è stata un fiume in piena. Parole cariche di entusiasmo e grinta, dette con l'ottimismo di chi crede con passione in quello che fa. Anche, e forse soprattutto, quando si tratta di cambiare. O di «evolversi», come dice lei. Lei è Irene Grandi, e ieri a Milano ha presentato il suo nuovo album "Alle porte del sogno", in uscita il 19 febbraio (primo inedito dopo 5 anni), contenente anche il brano sanremese "La cometa di Halley", scritto da Francesco Bianconi, lo stesso di "Bruci la città", esclusa dal Festival e poi diventata hit dell'estate 2007. Frizzante e aperta al nuovo, Irène si mette in gioco: «Sono in continuo cambiamento, non mi sono posta il problema di ripetermi dopo un successo, ho cercato un'evoluzione e questa canzone è forse la più adatta al pubblico di Sanremo, per il suo ritmo teso e l'apertura orchestrale: il maestro Santori l'ha chiamata sinfonia rock». Dopo 10 anni Irene torna al Festival per vincere. E col nuovo album ha qualcosa di nuovo da dire. Canta il rispetto per la natura e l'ambiente, ma anche l'amore e il suo rovescio, quella sofferenza che fa parte della vita ma che si può anche lasciare alle spalle, perché «quando diventi il dolore, ti accorgi che il dolore se ne va». Il tutto condito da una voce graffiante e un messaggio positivo.