E ai microfoni de Le Iene, Baudo sferra un'altro attacco a Del Noce "E' un uomo piccolino che ha bisogno di litigare per arrampicarsi". Davide Parenti, responsabile del programma, spiega che l'intervista è stata registrata alle 12 di oggi, prima del bacio in diretta al Tg1 tra Baudo e Del Noce.
Baudo contro il governo
"Prodi ha un'idea sbagliata sulla Rai.La sua tendenza è a privatizzarla. Così le si toglie importanza e, pur essendo suo amico, ho una posizione critica, non credo che questa azienda vada cancellata", attacca Pippo Baudo durante la conferenza stampa di chiusura del Festival di Sanremo.
Baudo e il ddl Gentiloni
Il presentatore ha anche bocciato la proposta di riforma del servizio pubblico presentata dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni. "Se c'è una legge che mette fuori mercato la Rai questo è esiziale per il nostro Paese. Finiremmo come la Pbs, a fare l'1%. I soldi andrebbero altrove: dove, lo sappiamo tutti...".
Nervosismo dall'Ulivo
Le parole di Baudo nel centrosinistra non sono piaciute. "E'bene che Pippo Baudo si scusi quanto prima con il governo e con il mondo della scuola", dichiara Riccardo Villari della Margherita. "La foga da festival, peraltro per un edizione non da record per quanto riguarda gli ascolti - spiega Villari - ha fatto credere a Baudo di potersi ergere a giudice di tutti, dal presidente del Consiglio ai membri del governo, dalle politiche dell esecutivo al ddl Gentiloni, dagli altri conduttori ai comici, fino ai vertici della Rai. Le sue sono parole inaccettabili".
Viale Mazzini prende le distanze
In riferimento alle posizioni espresse da Pippo Baudo nella conferenza stampa conclusiva del 57° Festival di Sanremo, la Rai , in una nota, precisa "che su temi normativi o su progetti o disegni di legge che la riguardano la Raistessa si esprime solo nelle sedi istituzionali proprie. Le eventuali dichiarazioni personali restano quindi, ovviamente, opinioni personali".
Botta e risposta fra poli
Altra fonte di polemiche, i compensi dello stesso Baudo e, soprattutto, di Michelle Hunzicker. "Prendo atto della risposta del ministro Nicolais - dice il presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi - A questo punto la situazione relativa alle polemiche sui compensi di Sanremo è la seguente: c'è il presidente del Consiglio Prodi che definisce 'folli' gli ingaggi della Rai ai conduttori del Festival e c'è il ministro della Funzione Pubblica che rivendica a se' il merito di aver emanato la direttiva che consente all'Azienda di viale Mazzini di essere esclusa dall'ambito di applicazione di una norma della legge finanziaria e quindi di poter far fronte al pagamento dei compensi ferocemente criticati dal premier". "E' di tutta evidenza - ha aggiunto - che Prodi e prima di lui Padoa Schioppa non si siano resi conto di aver attaccato una decisione della Rai resa possibile da un atto di un loro collega di governo. Bisogna tuttavia comprendere, sia nel programma sia nel dodecalogo dell'Unione il festival di Sanremo non era citato".
"Ha ragione il Presidente Landolfi. In Commissione di Vigilanza parleremo sicuramente dei compensi milionari del Festival di Sanremo che rappresentano una inquietante anomalia, l'ennesima, nel panorama del servizio pubblico radiotelevisivo", polemizza il vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo.
"E' inutile approvare norme precise - aggiunge Merlo - e poi vederle clamorosamente disapprovate. Sotto questo aspetto è difficile contrastare la riflessione del Presidente Prodi. Denari che arrivano dal contribuente e quindi meritano una considerazione ulteriore rispetto alle pure ragioni del mercato edell'audience".
Capitolo aperto
Ma in Commissione di Vigilanza, prosegue Merlo, "non possiamo non parlare anche della vicenda Meocci per quello che ha rappresentato, e rappresenta, per le casse dell'azienda di viale Mazzini: e cioè 14 milioni di euro che si dovranno pagare per estinguere la multa che è stata inflitta alla Rai per le vicende legate all'ex direttore generale".
"Su questo aspetto avremo anche la piena disponibilità di tutta la destra a discutere, pacatamente e con spirito costruttivo, della questione? Oppure le regole, e la discussione sui compensi, valgono a giorni alterni?", chiede Merlo.