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Il mare nero. Il petrolio è ancora oggi una fonte di energia insostituibile, secondo alcune stime basate sulle conoscenze attuali, dovremo farci i conti almeno per altri 100 anni. Ma la ricerca, la trivellazione, l’estrazione e il trasporto pongono continuamente a rischio l’ambiente in cui viviamo soprattutto se il danno è provocato da uno sversamento di petrolio avviene in acqua. Siamo andati a vedere come funzionano le cose su Vega la più grande piattaforma italiana gestita da Edison e Eni che succhia petrolio nel canale di Sicilia. Siamo andati in Lousiana appena dopo la chiusura del pozzo per vedere come stanno funzionano le bonifiche e i risarcimenti. E quali responsabilità stanno emergendo. Dopo l’esplosione della piattaforma della BP nel Golfo del Messico sono fuoriusciti circa 5 milioni di barili, solo il 60% è stato recuperato o bruciato. In tanti si stanno chiedendo dove è finito? La risposta viene dall’Italia, e in particolare da un mare dove venti anni fa è colato tanto petrolio e i fondali non sono mai stati bonificati nonostante la legge sull’ambiente del ’98 lo imponesse. Dove sono finiti e come sono stati spesi i soldi destinati per pulire? Siamo anche andati vedere quali controlli vengono fatti sulle società che cercano petrolio nelle nostre acque e soprattutto come ci comporteremmo se dovesse avvenire una tragedia come quella della Louisiana.

C'è chi dice no - Il sindaco: Vincenzo Cenname. Vincenzo Cenname è un giovane ingegnere ambientale. Quando nel 2007 annuncia di volersi candidare a sindaco del piccolo comune di Camigliano non tutti la prendono bene e viene aggredito…

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