Nel servizio si è parlato, con varie testimonianze, delle magre risorse delle scuole."La cifra che le scuole possono iscrivere in bilancio per il funzionamento, dalle fotocopie alla cancelleria, dalla bolletta del telefono alla carta igienica, è pari a zero euro", è stato detto, "perché il Ministero non ha ancora comunicato gli importi".
Altri temi toccati sono stati l'eliminazione delle compresenze ("gli alunni della scuola pubblica avranno diritto ad un solo insegnante, sperando che sia bravo, sano e single"), gli spropositati costi delle scuole italiane all'estero (70 milioni all'anno, con stipendi tra i 5000 e gli 8000 euro al mese) e quelli della ricerca dei supplenti. Caso limite: 279 telegrammi per trovare un bidello part-time per una supplenza breve. Ma si è parlato anche dei dispendiosi progetti europei, che servono più a integrare - a volte lautamente - gli stipendi di presidi, insegnanti ed esperti che a innalzare la qualità della scuola del Sud, che resta desolatamente bassa.
"Risparmio e merito sono tra gli obiettivi dichiarati di questa riforma della scuola", hanno osservato in conclusione gli autori di Report, "ma per il momento i lavativi e gli incapaci non corrono grandi rischi, basta che siano di ruolo. Invece 18 mila precari, anche i più bravi, rischiano di rimanere a casa". Mentre gli ispettori (e su questo ha convenuto lo stesso ministro Gelmini) sono pochi, "datati" e spesso non all'altezza del compito.