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Consumatori difettosi. Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso modo. Il Pil, il prodotto interno lordo, è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità nazionale. La ricchezza delle nazioni si misura calcolando solo tutte le attività dove c’è scambio di danaro. Tutto il resto non esiste: condivisione di saperi, volontariato, autoproduzione di beni. Se le persone si organizzano e condividono le proprie automobili, coltivano orti, fanno il pane a casa, o utilizzano software liberi per far funzionare i computer che altre persone hanno sviluppato e messo gratuitamente a disposizione, il Pil tutto questo e altro ancora non lo vede. Non fa niente che si sia prodotto benessere sociale, queste persone hanno consumato di meno e tanto basta per il calcolo del Pil. Queste famiglie vivono bene ma per il Pil non sono dei buoni consumatori e se l’indicatore non vede crescita delle merci e passaggi di danaro segnala che si sta diventando più poveri. Che l’attività economica intacchi beni comuni come la qualità dell’aria, delle acque, il territorio, le fonti energetiche non rinnovabili, la salute delle persone, la coesione sociale, non importa perché si misura solo ciò che cresce senza calcolare il magazzino che si esaurisce. E ciò che si esaurisce è il capitale umano e naturale sacrificato in nome dell’economia.

Come è andata a finire - La banca dei numeri uno. Si torna a parlare, con testimonianze inedite, delle ville che il primo ministro Berlusconi possiede ad Antigua, in una delle baie più belle dei Caraibi. La domanda che abbiamo posto direttamente al Premier è: chi sono i reali proprietari della Flat Point, la società a cui il Presidente del Consiglio ha versato ben 22 milioni di euro per l’acquisto delle residenze?

Come è andata a finire - La convenzione. Torniamo a occuparci della sede della Fondazione San Raffaele, ex Fondazione Silvana Paolini. È in una palazzina di proprietà degli Ifo, il polo oncologico pubblico di Roma, che nel 2000 gli Angelucci ottennero in affitto per 99 anni, a un euro l’anno. Alla fine del 2009, quando realizzammo l’inchiesta La Convenzione, la palazzina era piena di gente. Nessuno però era stato in grado di dirci quali fossero le attività dei dipendenti e della Fondazione. Siamo tornati sul posto.

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