Domenica scorsa Report ha affrontato il tema della Carta Acquisti varata dal governo per aiutare gli italiani in difficoltà economiche. L'inchiesta di Giovanna Boursier e Milena Gabanelli ha rivelato che i veri indigenti, per le procedure farraginose e la mancanza di informazioni corrette, non hanno richiesto la tessera o non avevano i requisiti per accedervi. In effetti, chi ne usufruisce ha dimostrato una certa dimestichezza con le pratiche presso i patronati, i quali - insieme allo stampatore, Poste e Mastercard che la gestiscono - ricevono dallo Stato un modesto compenso, ma che rapportato al numero delle tessere "lavorate" costituisce un buon cespite per tutti i soggetti coinvolti nell'operazione.
Quello che non si poteva immaginare è il fatto che la cosidetta "social card" è assegnata anzitutto alle suore: infatti, in quanto nullatenenti, sono specialmente loro a non avere redditi propri o casa di proprietà e risultare dunque, paradossalmente, tra i poveri più bisognosi... E noi che pensavamo che con l'ottopermille e le varie prebende statali il clero fosse una casta privilegiata!