Il primo ospite è Gian Antonio Stella. Ha appena scritto un libro che si chiama “Negri Froci Giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro”. Stella dichiara che ad esempio dietro alla parola Frocio ci sono stati ad esempio tante persone uccise e che in alcuni posti del mondo succede ancora; quindi ripetere le stesse cose adesso rende più facile che riaccadano. L’inondazione di odio in Internet, i cori negli stadi contro i giocatori neri, il risveglio del demone antisemita, le spedizioni squadristiche contro gli omosessuali, i rimpianti di troppi politici per “i metodi di Hitler”, le avanzate in tutta Europa dei partiti xenofobi, le milizie in divisa para-nazista, i pestaggi di disabili, le rivolte veneziane contro gli “zingari” anche se sono veneziani da secoli e fanno di cognome Pavan, gli omicidi di clochard, gli inni immondi alla purezza del sangue… Come a volte capita nella storia, proprio negli anni in cui entrava alla Casa Bianca il primo nero è rifiorita la pianta maledetta del razzismo, della xenofobia, del disprezzo verso l’altro che pareva rinsecchita nella scia del senso di colpa collettivo per il colonialismo, per le leggi Jim Crow negli Stati Uniti, per l’apartheid in Sudafrica e soprattutto per l’Olocausto. Dal terrore dei barbari alle pulizie etniche tra africani, dalle guerre comunali italiane al peso delle religioni, fino alle piccole storie ignobili di questi giorni, Stella ricostruisce un ricchissimo e inquietante quadro d’insieme di ieri e di oggi del rapporto fra “noi” e gli “altri”. Perché “la storia documenta una cosa inequivocabile: l’idea dell’‘altro’ non è affatto assoluta, definitiva, eterna. Al contrario, dipende da un mucchio di cose diverse ed è del tutto relativa. Temporanea. Provvisoria”.
Il secondo ospite è Alessandro Benetton che da due anni circa ha preso le redini dell’azienda di famiglia. Il vero capo in realtà è ancora il padre Luciano; lui di occupa più che altro del ramo tessile dell’azienda (quello da cui tutto è partito). La Bignardi fa notare come i Benetton abbiano interessi in numerosi settori treni, aerei, Autogrill ecc. Benetton conferma che sono in uscita dal settore telefonico. Riguardo la foto pubblicitaria di nudo del padre dichiara che la farebbe anche lui se arrivasse altrettanto in forma alla sua età. Le memorabili campagne pubblicitarie dei tempi di Oliviero Toscani hanno fatto bene all’azienda; visto che con esse si sono perseguite anche campagne sociali. Poi si è voltato pagine e si è virato su posizioni forse meno visibili; ma altrettanto sociali come l’ecologia. L’ultima campagna è stata fatta in Africa con Patti Smith, Francesco Renga, Irene Grandi e Youssou N’dour. Dichiara di essere un po’ più veloce della moglie (Deborah Compagnoni) a sciare; ma che sicuramente lei ancora oggi è una di quelle che sciano meglio. La Bignardi fa vedere un video del 1999 in cui una Compagnoni appena accasatasi con Benetton dichiara che le nozze ci sarebbero state di li a poco; ma invece i due non si sono mai sposati. Benetton glissa sul fatto; ma dichiara che si sta bene con una persona quando attraverso di lei ci si sente una persona migliore. Benetton per uscire dalla crisi consiglia al governo di concentrarsi sulla Scuola, ricerca e sviluppo e le Infrastrutture. Dalla crisi si verrà fuori; ma non così presto come si prevede.
Il terzo ospite è Antonello Venditti. E’ la prima intervista che la Bignardi fa a Venditti ed è da cinque anni che lo inseguiva. Parlano del libro che ha scritto qualche mese fa sul rapporto che ha avuto con la madre “L’importante che tu sia infelice” che aveva presentato già a “Che tempo che fa” la scorsa primavera. Racconta anche della lotta che ha fatto per l’indipendenza dell’Eritrea e del dispiacere che ha avuto quando l’ha vista diventare una dittatura. Venditti ricorda anche di quando fu denunciato per vilipendio alla religione di Stato da una signora che lo denunciò dopo aver sentito cantare la canzone “Cristo”. All’epoca il testo non era stato capito e si beccò una denuncia; poi il tempo e la prescrizione del reato (non c’è più un reato simile) gli hanno sbiancato le fedina penale. Il matrimonio con Simona Izzo è andato male anche per colpa della madre che voleva sempre il figlio vicino a se e cercava di allontanare ogni cosa che il figlio costruiva. All’inizio della sua carriera era presupponente nei rapporti con il pubblico; poi (all’inizio degli anni ottanta) resosi conto della barriera che lo divideva dalla “gente normale” ha cambiato modo di rapportarsi. La Bignardi fa vedere un video di Corrado Guzzanti che lo imitava e lui dice che è riuscito ad entrare nella sua poetica e a fare una canzone “nuova”. Dice che è un grande e si complimenta anche con il resto della famiglia Guzzanti. Sul comodino ha una foto sua con De Andrè (quella con la mamma c’è l’ha nel cuore).
L’ultimo ospite è Enrico Brignano. Ha appena pubblicato il libro “Sono romano ma non è colpa mia. Dimmi se ci fai e ti dirò chi sei”. Ha scritto questo libro con Mario Scaletta (che è la stessa persona con cui scrive i testi di tutti gli spettacoli teatrali). La Bignardi ha dichiarato di averlo letto solo la sera prima (per problemi di preparazioneinterviste); ma di averlo trovato esilarante. Brignano e Bignardi parlano di come storpiano i loro nomi e Brignano racconta di una volta che era da solo al Duomo e una persona dietro di lui lo seguiva chiamandolo “Gianluca! Gianluca!” Quando lo raggiunse chiese spiegazioni sul perché non si posse fermato e lui gli fece notare che non richiamava Gianluca, ma Enrico. L’altro rispose: Ma si è lo stesso! La Bignardi ha fatto vedere un video di Scarpati in cui lo ricorda nella prima edizione di “Un medico in famiglia”. Poi Brignano racconta di quando Bonolis a Formentera come scherzo gli ha fatto avvicinare un nudista francese. Brignano si è messo a correre e il nudista a inseguirlo. Così i fotografi hanno scattato quelle foto dicendo che lui come hobby aveva quello di scattare foto ai nudisti.