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L'era glaciale

La prima ospite è Gaia Rayneri. E’ una scrittrice (per la prima volta in uno studio televisivo) che ha scritto un libro sulla storia della sorella minore (ha nove anni) artistica (che in casa chiamavano Pulce) e che un giorno quando lei e sua madre andarono a prendere a scuola non si trovò più. Il libro si chiama “Pulce non c’è”. Era successo che attraverso il metodo di scrittura da lei usato (si chiama “comunicazione facilitata”) Pulce aveva scritto che aveva subito abusi sessuali dal padre. Così le maestre avevano comunicato ciò agli assistenti sociali, che nel giro di tre giorni avevano prelevato Pulce da scuola e l’avevano affidata ad una comunità. La vicenda giudiziaria è andata avanti per otto mesi w in quel periodo solo la madre e la sorella potevano parlare con Pulce e solo sotto il controllo di un educatrice con la raccomandazione di non parlare del padre, della loro casa o della situazione che era successa. Gaia (che nel libro però è Giovanna) non ha creduto nemmeno un momento che le accuse della sorella fossero vere perché pulce aveva detto che anche la stessa sorella maggiore aveva subito abusi dal padre e lei sapeva che non solo era così; ma era testimone di quanto il padre avesse fatto per la sorella. Alla fine della vicenza alla famiglia in questione gli era stato sconsigliato di fare causa di risarcimento perché avrebbero dovuto farla contro lo stato e di solito quel tipo di cause si perdono e soprattutto personaggi hanno affermato che comunque è stato solo provato che pulce non riesce a sostenere una testimonianza e non che non abbia subito abusi; perchè anche nel caso le avesse subite non saprebbe come comunicarle.

Il secondo ospite è Paolo Rossi. Nato a Monfalcone e cresciuto a Ferrara. Da piccolo voleva fare il cowboy e afferma che tra tutte le cose che ha fatto nella vita forse èl’unica che non è riuscito a fare. Viene fatto partire un video della prima puntata di “Su la testa” una sua trasmissione condotta nel 1992. E’ talmente attuale che lo stesso Rossi risentendola si mette le mani nei capelli. Questo è certo sintomo che nonostante all’epoca si fosse in un vuoto di potere (essendo negli anni di tangentopoli) era anche molto più libera. Quello stesso skech ora non potrebbe assolutamente pensare di farlo. In questo periodo è a teatro Oscar di Milano con “D’ora in poi (come sarebbe se fosse diverso)”, dove interpreta Max Stella, poeta spagnolo ceco alcolizzato, ma ancora lucido e geniale nonostante sia al termine della carriera. Parla di uomo che muore di fame perché non si è mai venduto a nessuno. Paolo Rossi dice di essere ancora di sinistra, anche se non si riconosce in nessuna delle forme attuali della sinistra. Di Berlusconi ironizzando ne parla come fosse il vice-Dio.

L’ultimo ospite della puntata è Lino Banfi. Scherzosamente parla dei suoi quattro io (Pasquale Zagara, Lino Banfi, Libero Martini e Oronzo Canà). Alla fine tutti convivono e quando morirà dice, dovrà avere una bara un po’ più grande. La sua ultima fatica è in libreria con Oronzo Canà e la sua interpretazione del “chelcio”. Ha fatto poi un film in Germania che da noi uscirà il prossimo autunno in cui ha dovuto recitare interamente in tedesco e per lui è stato un dramma. Mentre nell’attuale serie di “Un medico in famiglia” partecipa solo in sei puntate poiché all’epoca stava girando il film in Germania e poi comunque non riesce più a stare dietro a una lunga produzione come quella. Parla poi della difesa nella categoria glbt con la fiction “Il padre delle spose” che ha fatto assieme alla figlia Rosanna in cui lei interpretava una lesbica. L’ex ministro Giovanardi aveva criticato l’opera senza averla vista e piano piano Banfi aveva captato che i vertici di RaiUno stavano decidendo di non trasmetterla più. Banfi quindi ha chiamato Grillini che ha fatto iniziare un tam tam che ha permesso la regolare andata in onda.

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