Il primo ospite è Fiorella Mannoia. La Mannoia dice che ha messo i tacchi (che di solito non mette) proprio in onore della Bignardi. La Mannoia ha appena inciso un disco di cover “Ho imparato a sognare”. Va regolarmente in Brasile ma dichiara di non essersi mai rifatta niente; ma di tenersi costantemente in forma. La Mannoia condivide il pensiero di Fini in cui critica Berlusconi dicendo che “confonde il consenso con la monarchia assoluta”. La Mannoia dice di aver pubblicato una lettera a Fini per un mensile cinematografico diretto da un suo amico e che poi questa lettera è stata ripresa e pubblicata dal “Secolo d’Italia”. La lettera affermava che la Mannoia guarda con sospetto a Fini perché essendo di due posizioni molto diverse in passato non è stata d’accordo con lui in niente e quindi teme che sue attuali posizioni siano solo un modo per guadagnare il voto e la fiducia degli indecisi e degli scoraggiati di sinistra. Ma se davvero è in buona fede – continua la Mannoia – chiede a Fini di fare in modo di migliorare la situazione. La Mannoia si dice stanca di un parlamento che lavora solo otto giorni al mese e solo per fare leggi che riguardano il presidente del Consiglio. La Mannoia critica anche Brunetta che non ha niente di meglio da fare di proporre che nei titoli di coda dei programmi della Rai venga messo lo stipendio del conduttore. “Ma che mettessero quello dei parlamentari” – ribatte. La Mannoia è convinta che il Pd fa opposizione a giorni alterni. Fini non lo voterebbe perché non può dimenticare come la pensava in passato su molte cose; ma sarebbe anche disposta a farlo nel remotissimo caso che lui facesse un partito che incontrasse le sue idee e che contemporaneamente nessuno più la rappresentasse a sinistra. Nel nuovo album canta canzoni di autori nuovi (come Cremonini ad esempio) rispetto a quelli soliti proprio per cimentarsi in nuove sfide. Quando è venuto Lula in visita ufficiale in Italia era stata invitata; ma lei ha deciso di non andare a Palazzo Chigi per non incontrare la rappresentanza del governo italiano. Non ha nulla da chiedere alla vita per se e anzi si ritiene fortunata per quello che ha avuto e ringrazia. Dal suo nuovo cd dedica a Francesco Totti la canzone “In bilico”.
Il secondo ospite è Fabio Volo. La Bignardi si complimenta con lui per l’articolo a lui dedicato su Repubblica a firma Edmondo Berselli. Anche Libero ha parlato di lui; ma con molto astio. E’ orgoglioso per quello di Repubblica; mentre non si cura per quello di Libero tranne rassicurare la madre che vivendo in provincia è meno avvezza alle cattiverie gratuite. Naturalmente i pezzi si riferivano alle straordinarie vendite che ha fatto con il suo ultimo libro “Il tempo che vorrei”. Smentisce di essere taccagno; è semplicem,ente attaccato alle sue cose. Ad esempio pur avendo fatto i soldi è così affezionato alla sua vecchia Renault che non capisce perché dovrebbe comprarsi una Mercedes o una Bmw. Alcuni rimproverano a Volo il fatto che nei suoi libri tratta il sesso in modo esplicito. Volo dichiara che secondo lui ci sono troppi preconcetti sul sesso e che le donne il più delle volte non si concedono subito perché hanno paura di essere giudicate. La Bignardi critica il fatto che lui dice di star bene da single e che sia giusto non trovare mai la propria anima gemella. Volo dice che effettivamente sta bene così o magari forse un domani scoprirà che se l’è semplicemente raccontata bene. In Italia non c’è meritocrazia e anche se qualcuno riesce a farcela con le proprie forze non rappresenta il modello di questi anni. Il messaggio che è passato è quello che non serve studiare e che anche se ci si laurea si deve ringraziare se si trova un lavoro precario a 700 € al mese per fare delle fotocopie e che l’unico modo per sfuggire a questo destino è quello di partecipare ai reality in tv.
I terzi ospiti sono Valeria Golino, Riccardo Scamarcio e Sergio Rubini. E’ in uscita il film “L’uomo nero” di cui tutti e tre sono protagonisti e Rubini è regista. Realizzato con un’attenzione ai dettagli non indifferente, certamente frutto anche dell’esperienza ormai più che consolidata del regista pugliese, L’uomo nero non è solo la classica storia di provincia che punta esclusivamente su caratterizzazioni più o meno riuscite, ma cerca di andare oltre, entrando in altre parole nelle anime dei personaggi portando a galla le passioni, i risentimenti, le ambizioni e le mille sfaccettature che contraddistinguono ogni essere umano. La redazione de L’Era glaciale è quasi tutta femminile e facendo un sondaggio se piaceva più Scamarcio o Rubini; ha vinto Scamarcio di uno.Scamarcio nei tempi morti delle riprese andava in giro con una macchinetta delle pizzette ( e dei rumorini). Pistole alla tempia. Per Scamarcio “Ti chiama Valentino Parlato del Manifesto. Ti chiede un contributo per salvare il giornale. Quanto gli dai?” “5 mila euro”. Per Valeria. Ti telefona il ministro Bondi e vi chiede di partecipare a una piece per un suo libro “Fra le tue braccia” offrendovi dieci mila euro a testa. Cosa fai? “Non se ne parla nemmeno”. Per Sergio. “Telefono Patrizia D’Addario e vuole fare un film con te. Glielo fai un provino? “No”. Per Valeria. “Frammento di Franco Arminio scrittore irpino. Sposò l’uomo che le piaceva di meno e si trovò bene. Poootrebbe capire anche a te?”. “No”.
L’ultimo ospite è Morgan. Morgan, rispondendo alle difficoltà di share del «suo» talent show ha iniziato ammettendo che «lo show quest’anno, soprattutto all’inizio, non è andato benissimo». E alla Bignardi che lo incalzava chiedendone le ragioni ha replicato: «La colpa è di Berlusconi che ha vinto le elezioni». Qualche imbarazzo, poi la conduttrice ha chiesto: e cosa c’entra lui? «C’entra - ha ripreso Morgan - perché adesso la Rai è governata da tutta gente di Berlusconi... Capisco che sono discorsi da bar ma è così». Una staffilata che non deve essere passata inosservata al settimopiano di viale Mazzini. Né tra i dirigenti ma neanche tra gli uomini dello staff del premier, che non ha certo gradito la provocazione, in particolar modo in quella che considera la rete Rai a lui più «vicina». Francesco Facchinetti va degli scherzi telefonici con dei suoi amici su internet (cosa che Morgan ritiene stupida) e poi va in giro a dire che lo stesso Morgan parla a vanvera. Comunque Morgan dichiara che non riuscirebbe a fare il lavoro che fa Facchinetti di ripete a pareretta tutto quello che gli scrivono. Comunque ammette che quel lavoro qualcuno lo deve fare e che nel mondo ci vogliono dei Facchinetti. Morgan fa l’elogio di Prodi e del fatto che veniva criticato perché era uno che lavorava. Il politico non deve essere fotogenico o fare il trapianto di capelli; ma uno che risolve beghe serie. Un’altra cosa scandalosa dei politici di oggi è il fatto che dicono quello che tramite sondaggi pensano che la gente voglia invece di proporre le proprie idee. Morgan racconta che Ramazzotti gli avrebbe scritto un messaggio in cui gli chiedeva se andava a un suo concerto nonostante provasse antipatica per lui (Morgan per Ramazzotti). Morgan avrebbe risposto che non era così e che per questo andrà sicuramente a un suo concerto.