Questo speciale di “Che tempo che fa” si chiama “Una notte all’opera” ed è dedicata all’apertura della stagione lirica della Scala di Milano che dal 7 dicembre interpreterà la “Carmen” di Bizet. Il direttore che la dirigerà è Daniele Baremboim ed è presente anche in trasmissione. Baremboim dichiara che un opera va tradotto e non interpretato. Bisogna portarlo a una realizzazione fisica. Baremboim continua dicendo che il direttore di orchestra in realtà coordina le azioni degli orchestrali; ma non comanda perché la vera musica proviene dagli orchestrali stessi. L’udito è il senso più importante perché se ad esempio non si vuole vedere una cosa basta chiudere gli occhi; mentre il suono ci arriva anche se ci tappiamo le orecchie. Il linguaggio musicale è l’incontro di diversi suoni, spesso contrastanti tra loro (come ad esempio un trombone e un oboe); ma se questi suoni li si sente separatamente non fanno assolutamente lo stesso effetto. Baremboim in un suo libro “A life in music” ha definito la musica la sua ossessione. Con questo vuol dire che non considera un lavoro fare musica e che per questo non si risparmia. Baremboim dichiara: “Il mio corpo ha bisogno di riposo, non io”. Baremboim assieme ad Edward Said ha fondato nel 1999 un’orchestra che metteva assieme i musicisti delle nazionalità del medio oriente in un orchestra che nel 2005 ha tenuto un celeberrimo concerto a Ramallah. Questo perché si è convinti che si deve imparare ad ascoltare la logica di qualcuno che sta dicendo qualcosa su cui non sei d’accordo. Durante l’intervista di Fazio il maetra Baremboim dirige l’orchestra nelle arie della Carmen, l’ultima delle quali la fa assieme al maestro Claudio Abbado. Dopodiché congedano l’orchestra che torna alla Scala a fare le prove generali. Abbado a 27 anni esordiva alla Scala e a 35 era già direttore musicale dove lo è stato per 18 anni fino al 1986. A diretto anche in vari teatri nel mondo. Ora è direttore dell’Orchestra Mozart a Bologna. Abbado insiste perché Fazio gli dia del “tu”; mentre Fazio vorrebbe dargli del “lei” per rispetto. Abbado è ha accettato di tornare a dirigere alla Scala in cambio di piantare 90 mila alberi a Milano tra centro e periferia. Ovviamente tutte le piante devono essere piantate; nessuna pianta va messa nei vasi. Abbado sta cercando di realizzare assieme a Renzo Piano una sala a L’Aquila per poter fare musica visto che quella che c’era è andata distrutta col terremoto. Le “manos blancas” sono un coro di cui fanno parte anche dei ragazzi sordo muti che hanno dei guanti bianchi con cui fanno una coreografia che segue l’andamento della partitura musicale. Entra in studio anche Maurizio Pollini. Sia nel fare musica, sia nell’ascoltare c’è la partecipazione. La musica ci parla con l’irrazionalità però ha una forza comunicativa straordinaria. Nel fare musica bisogna capire l’idea dell’autore e avvicinarsi il più possibile alla sua idea. Fare esattamente quello che è stato scritto vuol dire la fine della musica. Pollini ha dichiarato “Una volta passione civile e arte coincidevano. Ora non è più così”. Pollini spiega che in realtà gli sembra un affermazione discutibile perché ci sono alcuni casi in cui in realtà queste cose coincidono. Ma in Italia a parte i casi di Saviano e altre persone sarebbe necessario che questi sentimenti di estendessero molto di più. Fazio chiede perché alla gente comune sembra più facile andare in un museo che in un teatro ad ascoltare musica classica. Pollini risponde che è dovuto da mancanza di promozione e da educazione di conoscenza e abitudine. Ad esempio un quadro lo si può osservare per un tempo che si vuole; mentre una lirica la si deve stare ad ascoltare dall’inizio alla fine. Quindi c’è un impegno maggiore. Infine Pollini fa un appello contro il taglio dei fondi alla cultura. Fazio dice che non è stata trovata una fotografia che li ritrae insieme in un’occasione pubblica e quindi li invita a farsi riprendere assieme. Poi saluta i maestri Abbado e Pollini e resta solo col maestro Baremboim. Entra Alessandro Baricco che riassume la trama della Carmen. Salutato Baricco Fazio presente il sovrintendente della Scala Stephane Lissner, il maestro Baremboim, la regista della prima della Scala Emma Dante e Natalia Aspesi. Baremboim si occupa delle prove musicali; mentre la Dante coordina la parte recitativa e scenografica. Spesso le due prove si fanno separate; ma Baremboim ha voluto che venissero fatte assieme. Lissner dichiara di aver scelto la Dante nonostante sia alla sua prima esperienza all’Opera perché è rimasto molto colpito da alcuni suoi lavori precedenti; poi l’ha convinta nonostante fosse restia e le ha fatto conoscere il maestro Baremboim. Da lì in poi è andato tutto in discesa. Fazio saluta Baremboim e Dante che vanno alla prova generale della prima dove assistiamo anche tramite tv per un pezzo. Assieme a Lissner e alla Aspesi si siede anche Jovanotti. Lissner dice che nella scelta del repertorio da proporre è più facile portare opere sconosciute; rispetto che a grandi opere più soggette al gusto del pubblico (in quanto più conosciute); ma lui crede che la Scala debba prendersi questo rischio e portare in scena grandi opere. Dall’anno scorso la prima non è quella del 7; ma quella del 4 per gli under 30 il cui biglietto costa anche molto meno. (1.400 € la normale contro 10 € quella per i ragazzi). La diretta della prima andrà in onda sul canale 728 di Sky (Classica) e in alcuni cinema italiani oltre che in molti canali stranieri. Jovanotti ha scritto un libretto d’opera su Mozart giovane “La parrucca di Mozart”. Jovanotti dice si essersi relazionato con il mito Mozart e ha dichiarato che aver “incontrato” Mozart è stata una benedizione. Ha visto Mozart come musicista ed ha capito che mentre la musica leggera si deve vivere; quella classica si deve insegnare. Così ha fatto quel libretto.