L'unico ospite della serata è Jose Carreras. Fazio lo presenta direttamente "sul campo" in quanto Carreras, accompagnato da Lorenzo Bavaj era subito pronto a eseguire il primo brano della serata "Lejana Tierra Mía": a un mese esatto da Pesaro, eravamo ancora lì... loro, noi... 3 degli stessi brani... solo uno schermo ci separava. Primo tasto: la celebrazione del cinquantesimo anno di carriera nel 2008. "Avevo 61 anni, non 80!" mette le mani avanti Carreras facendo riferimento al suo debutto da giovanissimo al Liceu di Barcelona per il ruolo i Trujamán, nell'opera di Manuel De Falla. L'incoscienza di un bambino convinto che sarebbe andato a divertirsi con questa "cantatina", non consapevole della responsibilità e di tutto quanto significasse esibirsi al Gran Teatre del Liceu. Da qui immediato il passaggio all'abbondare odierno dei talent show per bambini, i quali sfoggiano voci prodigio già in tenera età atteggiandosi già come artisti. Un tema interessante, e Fazio è stato intelligente a sottoporlo a Carreras il quale si è mostrato sostenitore della dignità di essere bambini e di crescere come tali: i suoi genitori avevano sì accettato di farlo cantare sul palco del Liceu, in quanto teatro di spessore, ma in seguito avevano ricevuto altre proposte, che avevano gentilmente respinto, permettendo al loro figlio di crescere come un bambino normale: c'è tempo per fare gli artisti! Anche i produttori di questi talent show si ritiene debbano usare una certa sensibilità nel rispetto della dignità di un bambino. Oltre all'influenza del film "The Great Caruso", anche il nonno materno e i genitori di Josep hanno giocato un certo ruolo nella sua iniziazione alla musica di un certo livello; la voce non è dutto, non basta di per sé, citando Mascagni. Sono necessari con essa il talento, la musicalità e altri fattori come l'istinto teatrale, fondamentale per un cantante d'opera assieme alla disciplina, qualcosa di imprescendibile, sacrifici piccoli che vale la pena fare fronte alle grandi soddifazioni che questa professione ti può dare. L'aspetto teatrale è stato un elemento caratterizzante in un tenore come Carreras, che non nasconde la sua poca simpatia per le parrucche, che danno sempre un po' noia, per non contare il fatto che la madre di Joseph era una parrucchiera; si parla successivamente dei ruoli in cui il tenore muore in scena... "il tenore impiega sempre molto a morire" dice Fazio, ma la realtà è che le romanze del tenore che ne precedono la morte sul palco sono spesso tra le più famose o le più apprezzate dal pubblico, per il quale è sempre un momento di forte impatto emotivo, non perché "finalmente muore", come scherzano entrambi Fazio e Carreras, che come dice quest'ultimo a volte si scorge una voce dal loggione che dice "menomale!", ma evidentemente per altri motivi. Fazio condivide un aneddoto legato a Luciano Pavarotti, che una volta lo aveva invitato al Metropolitan per assistere alla Tosca, e in seguito a cenare insieme: commenta Fazio che Pavarotti, per no farlo attendere troppo, non si era nemmeno struccato, che così aveva avuto l'onore di cenare con Cavaradossi in persona. Un sorriso sorge spontaneo, in questo caso, come così spontaneo era lo stesso Pavarotti, come teneramente ricorda Carreras. A livello professionale una relazione fondamentale è stata quella che il tenore ha condiviso con il maestro Herbert Von Karajan: lavorare con lui significava imparare molto e stare ai massimi livelli, avendo a che fare con le migliori orchestre e le produzioni più prestigiose; una fonte di consigli preziosissimi, specialmente per i cantanti; un uomo che era il primo ad arrivare alle prove e l'ultimo ad andare via: Carreras ha sempre fatto di Karajan un ritratto molto morbido, in contrasto con l'autorivolezza e la rigidità che ne esaltavano altri suoi colleghi... severo sì, ma quanto era lui sul podio, si aveva la sensazione che qualsiasi cosa era possibile. Un altro rapporto speciale è stato con il tenore Giuseppe Di Stefano, idolo da sempre di Carreras, scomparso ormai due anni fa: si ricorda che gli aveva donato il suo costume con cui Carreras ha poi debuttato alla Scala... era il Ballo in Maschera e con quel costume, Di Stefano aveva cantato lo stesso ruolo, a fianco di Maria Callas, per l'inaugurazione della stagione lirica scaligera 57/58. Una leggenda scaligera, o forse più milanese, racconta che sul palco della Scala vi era un punto particolare che i cantanti intendevano accaparrarsi a tutti i costi: "gomitate c'erano!" scherza Carreras spiegando che questo punto specifico si trovava dalla buca del suggeritore in diagonale qualche passo indietro, un punto che amplificava notevolmente la voce. "Ecco spiegata la morte dei cantanti in scena!" ironizza ancora Fazio, prima di interrompere l'intervista per dare la pubblicità. Il programma riprende con l'interpretazione di altri due brani, rispettivamente "Me so 'mbriacato 'e sole" e "Passione", un'esecuzione condita da forti intensamente, senz'altro arrivate al pubblico che in piedi dedica un accorato applauso. Un pubblico tra cui c'era anche l'agente e amico di Carreras, Mario Dradi. Continua l'intervista con panorama linguisico: il napoletano è da aggiungersi alle tante lingue che il tenore conosce, d'altronde la canzone napoletana rientra nel repertorio tipico del tenore. L'italiano però risulta la lingua ideale per cantare per l'abbondanza di vocali su cui verte il "canto legato". Un consiglio fondamentale è stato "Non discutere mai con un soprano", dispensato da un direttore di scena a New York per una Madame Butterfly, era il 1972: Carreras si mostra in leggera difficoltà nel momento di motivare questo suggerimento... "non vorrei cominciare a discutere adesso", scherza il tenore. Tra le serate più importanti, a livello emotivo come professionale, senz'altro quelle legati ai debutti nei teatri più prestigiosi, come quello alla Scala nel 1975. Ma sicuramente a livello emotivo Carreras non può non menzionare il suo recital all'Arco di Trionfo nel 1988 dopo un anno esatto di assenza dalle scene per la sua lotta vincente contro la Leucemia. "Abbiamo un arco modesto, non come quello di Parigi" afferma Carreras; "un arco modesto, ma una squadra di calcio tra le migliori al mondo, il Barça" ribatte Fazio premettendo la sua natura sampdoriana, cui Carreras a sua volta risponde "Nessuno è perfetto!", suscitando l'ilarità tra il pubblico. Messi più forte di Maradona? Il giovane argentino smentisce, ma è troppo intelligente per dire il contrario, spiega Carreras: il calcio non è come il tennis che prevede uno scontro diretto tra due giocatori, non si può dire con certezza chi sia migliore, e senz'altro se Messi è in grado di ricostruire le stesse azioni di Maradona, si tratta di spontaneità: è impossibile che sia studiato. Un'altra notte speciale risale al 1994 a Sarajevo, con il Requiem di Mozart diretto da Zubin Mehta, tra le rovine della biblioteca, con la filarmonica e il coro. Unico spettatore il presidente della Bosnia. Una splendida esperienza a livello sia professionale sia artistico: la musica risuonava per tutta la città, e in quel momento si sono interrotti tutti i combattimenti. Il concerto alle Terme di Caracalla nel 1990: l'evento dei Tre Tenori. Una svolta in tutti i sensi, per gli artisti stessi per il genere musicale, divenuto più accessibile per il pubblico, un pubblico meno elitario e più omogeneo. L'intgrazione tra i generi, qualcosa che dovrebbe esistere? Senz'altro, ben venga tutta la musica, purché di qualità. Carreras, esponente dell'opera lirica presta ascolto anche alla musica pop, ad artisti come lo è stato Frank Sinatra, e come lo sono Elton John o Robbie Williams. Se deve pensare ad un brano pop "perfetto", spontaeamente Carreras cita My Way o Yesterday dei Beatles, più specificamente di Paul McCartney. E sono proprio ai Beatles cui Fazio paragona l'intesa che condividevano i Tre Tenori quando cantavano sul palco: un gioco che non era per niente preparato, come dimostra l'encore improvvisato di Caracalla, il Nessun Dorma, di cui Fazio propone uno spezzone video, che mostra appunto quella chimica, quella spontaneità che incorniciava le loro esibizioni. Per sdrammatizzare la commozione che trapelava dall'applauso che ha seguito questo video, i ricordi si sono centrati sulle insalate di Luciano Pavarotti, speciali perchè ovviamente fatte da lui con la passione da buon emiliano, e speciali perché ricche di qualsiasi ingrediente, forse anche il Lambrusco, come commenta Carreras con ironia. Ma fa presto a recuperare la serietà tracciando un ritratto come solo un amico molto affezionato potrebbe fare: una persona eccezionale, con cui si poteva affrontare qualsiasi discorso, da quelli profondi a quelli più superficiali.