Il primo ospite è Max Gazzè, che presenta il suo primo film "Basilicata cost to cost" e anche il suo nuovo album "Quindi?". Qui ci canta "Mentre dormi". Questa canzone chiude il lungometraggio Basilicata coast to coastdell’attore Rocco Papaleo, in cui lo stesso Gazzè recita insieme con Giovanna Mezzogiorno ed Alessandro Gassman. Il film è una specie di road movie, dove protagonista è un gruppo di musicisti che intraprende un viaggio.
Il secondo ospite è Enaiatollah Akbari, giovane rifugiato politico afghano. Akbari è orfano di padre e per lui la madre compie il piu' grande e tragico atto d'amore decidendo di aiutarlo a fuggire dalla dittatura dei talebani. La madre infatti doveva nasconderlo tutte le sere in una buca per non farlo catturare da questi ultimi. Gli dice che dovevano fare un viaggio e lo accompagna in Pakistan. Poi, gli accarezza i capelli, gli fa promettere che diventerà un uomo per bene e lo lascia solo. Il ragazzo, da quel momento, trova il coraggio e la forza di attraversare l'Iran, la Turchia e la Grecia per arrivare in Italia dove, nel 2007, ottiene lo status di rifugiato politico; oggi la sua storia è raccolta nel libro di Fabio Geda "Nel mare ci sono i coccodrilli - Storia vera di Enaiatollah Akbari", in libreria dal 20 aprile.
L'ultimo ospite è Nichi Vendola. Nichi Vendola non intende affatto aspettare l’anno prossimo per mettere in agenda la famosa “alternativa”. Anzi. Dagli schermi di RaiTre, il presidente della Regione Puglia ha impietosamente messo in fila i limiti della sua coalizione, a cominciare da quello ai suoi occhi più grave: la totale assenza di un progetto complessivo da contrapporre allo strapotere culturale di Silvio Berlusconi. Ha puntato il dito contro il timore del centrosinistra di cimentarsi con il ritorno alle urne, collocando qui la sua verità: la sinistra, ha accusato Vendola, sarebbe priva di un’idea di società, premessa indispensabile per poter affrontare il problema dei problemi, che non è politico ma giustappunto culturale: che cosa contrapporre alla schiacciante vittoria berlusconiana? Quale modello si può provare a costruire? Il leader pugliese ha articolato i suoi pensieri in modo meno immaginifico del solito, tentando di rendersi più comprensibile alla gente semplice. Ha poi spiegato a chiare lettere che il punto cruciale di una sinistra interessata a cimentarsi nuovamente con l’egemonia dovrebbe essere quello di bandire i leaderismi, in quanto contraddittori rispetto al primato del progetto alternativo, di cui però non ha saputo definire nemmeno i contorni. Una battuta del programma è apparsa a questo proposito esemplare delle difficoltà a dipanare una matassa aggrovigliatissima: se Vendola ha supportato la sua tesi indicando programmi come ‘Beautiful’ o i reality in quanto simboli della sconfitta culturale contro cui occorrerebbe attrezzarsi, Fabio Fazio ha replicato “giustificando” la scelta di Bersani di tenersi alla larga dall’ipotesi di voto anticipato. Proprio perché la battaglia “culturale” richiederebbe tempi dilatati. Di rimando, Vendola ha contestato la tesi sostenendo di voler tenere assieme i due aspetti (quello contingente e quello di lunga lena), ricorrendo ad una delle sue immagini: “Noi dobbiamo riconquistare i volti, non i voti”.