Il primo ospite è Adriano Panatta ed è uscita la sua biografia “Più dritti che rovesci” edita da Rizzoli. Dice di essere stato molto superstizioso: per esempio metteva esempre l’asciugamano nella stessa maniera quando cambiava campo; la racchettapoggiata sempre nella stessa maniera; bevevo sempre con la stessa mano e quando entrava in campo non pestava le righe.Inoltre aveva anche i chiodi arrugginiti storti nella fodera della racchetta. Alla Coppa Devis 1976 In Cile, che l’Italia vinse, Panatta convinse i compagni di squadra a indossare durante la partita una maglietta rossa per protestare contro la dittatura di Pinochet. Al termine della partita di fu una protesta ufficiosa del governo cileno, ma che poi ci concluse con un niente di fatto. Fazio edice che si vedeno molti campi di tennis trasformati in campi di calcetto. Chiede a Panatta quale sia il motivo: perché non ci sono grandi campioni che facciano avvicinare altra gente allo sport o il contrario e cioè che i grandi campioni non si formano per il poco investimento e le scarse strutture. Panatta risponde che in realtà ci sono molti ragazzi che sanno giocare bene a tennis; quello che manca è saper vincere; cioè saper quando fare determinate mosse gestendosi la partita.
Il secondo ospite è Antonello Venditti che partecipa soprattutto nelle vesti di scrittore. E’ infatti appena uscito il suo libro “L’importante è che tu sia infelice” edito da Mondatori. Sabato prossimo inoltre sarà a Washington e verrà premiato alla N.I.A.F (National Italian American Foundation) alla presenza del presidente Obama. Venditti spiega subito il perché della polemica scoppiata con la Calabria. Su Youtube è apparso il video di un concerto di un anno fa in cui si sente che lui dice “Perché Dio ha inventato la Calabria”. Tutti i calabresi, politici compresi si sono arrabbiati. In realtà Venditti racconta che era una frase detta in un discorso ben più ampio durante il concerto. In pratica voleva dire che la Calabria è come una poesia. Tornando al libro. Qualunque cosa positiva lo portava lontano dalla madre e quindi lei sperava che il figlio fosse infelice per poterlo avere vicino. Il titolo è una fra se ricorrente della signora Wanda al piccolo Antonello, grassoccio e insicuro. «Ha im maginato per me una vita di amarezze e delusioni in cui avrebbe potuto ancora farmi da mamma». Un comporta mento che il cantautore descri ve in maniera impietosa. Cui si contrappone una figura pater na, Vincenzino Italo, che è l’esatto contrario. Eroe di guer ra, positivo. È nella carriera prefettizia (con delicati incari chi nei servizi segreti), ma anarchico nel cuore. Appoggia in tutto Antonello ammini strandone con saggezza i pro venti e sollevandolo da un rap porto diretto col denaro verso il quale l’artista provava poco interesse.