13 febbraio 2010
Il primo ospite è Don Andrea Gallo, fondatore San Benedetto al porto di Genova attiva da 39 anni per tutti i poveri. Presenta il suo libro “Così in terra, come in cielo”. La sua cattedrale è la strada, i suoi insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Don Andrea allo è da cinquant'anni un prete da marciapiede, da trentanove il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Con "Cosi in terra, come in cielo" don Gallo racconta la sua personale saga accanto agli ultimi, i suoi dissensi da una Chiesa che pure ama e a cui sente di appartenere, sviscera con ironia e preparazione le sue posizioni ribelli su temi quali il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto. Nel suo "camminar domandando" fa bizzarri incontri con monsignori, politici, transessuali, giovani inquieti, zelanti fedeli che non credono e atei che invece sperano, artisti come Vasco Rossi e Manu Chao. Lui, ottantaduenne che viaggia in direzione ostinata e contraria e che nonostante i molti meriti resta orgogliosamente un prete semplice, sgrana il rosario laico di Fabrizio De André, raccoglie le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerca l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasta mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarsi affinché questa terra diventi cielo. Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.
Come ospiti ci sono anche Pupi Avati e Christian De Sica rispettivamente regista e protagonista del film “Il figlio più piccolo”. A trentaquattro anni da Bordella (1976) la singolare coppia è lavora di nuovo insieme. La pellicola in questione conclude la ‘trilogia dei padri’ realizzata dal regista bolognese dopo La cena per farli conoscere (2006) e Ilpapà di Giovanna (2008); il film, nelle sale dal 19 febbraio, è tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso Avati e vede un Christian De Sica inedito nel ruolo drammatico di un imprenditore fallito, dedito alla truffa e all’evasione fiscale, simbolo in qualche modo dell’Italia amorale di oggi; nel maggio 2009, la Regione Emilia-Romagna ha festeggiato i 40 anni di carriera e i 40 ciak del cineasta più prolifico del nostro panorama cinematografico mentre De Sica, nell’autunno scorso, si è aggiudicato un David Speciale per i Venticinque anni di successi con i film di Natale.