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Che tempo che fa

Il primo ospite di questa sera è Dan Brown. Il suo ultimo libro (“Il simbolo perduto”) ha già venduto un milione di copie solo in Italia. Fazio chiede direttamente all’autore perché secondo lui i suoi libri piacciano così tanto. Brown dice che scrive dei thriller che  sono però anche divertenti e che alla fine della lettura fanno conoscere delle informazioni in più su arte, storia ecc. Dan Brown dice che si alza tutti i giorni alle quattro del mattino (Natale compreso) e scrive per sette ore.  Lo fa per avere l’ispirazione giusta. Nei momenti di pausa si lega ad un elastico attaccato al soffitto tramite degli stivali e si cala a testa in giù. Dice che questo lo fa rilassare e vedere in modo differente il mondo. In questo libro si parla della massoneria e del ruolo che questa ha avuto negli Stati Uniti fin dall’epoca dei padri fondatori. Questo libro parla anche di Poetica, che è la disciplina che indaga la capacità della mente umana di influire direttamente sul mondo fisico. 

Il secondo ospite è Giancarlo Caselli. Nelle librerie è appena uscito un suo libro “Le due guerre” con sottotitolo “Perché l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia”. La postfazione a questo libro è di Marco Travaglio che parla di una sconfitta dello Stato. Caselli dice di non essere del tutto d’accordo con la post fazione in quanto la sconfitta non è avvenuta nelle azioni, ma in come si sono state prospettate. Ad esempio nel processo Andreotti si dice che il senatore ha vita è stato colluso con la mafia fino al 1980. Questa cosa è stata praticamente cancellata. Semplicemente non se ne parla. Caselli dice ancora che lo Stato è stato vicinissimo a sconfiggere per sempre la Mafia; ma ampi strati del mondo partitico non hanno voluto chiudere la partita. Falcone e Borsellino vengono ricordati come eroi; ma fino a quattro o cinque anni prima della morte loro (che stavano sconfiggendo la mafia) sono stati declassati professionalmente proprio per il loro lavoro. Fazio gli chiede la connessione tra legalità e democrazia. Caselli risponde che la democrazia soprattutto per la nostra costituzione vuoldire rispetto e uguaglianza della legge da parte di tutti. Se la legalità non viene rispettata da parte di tutti la democrazia si appanna. A Caselli fanno preoccupazione le affermazioni di taluni che credono che la democrazia può essere messa in crisi che la legalità funziona anche nei confronti di determinati soggetti (Berlusconi?). Per Caselli è importante che all’antimafia giudiziario (quello degli arresti dei mafiosi) continui ad aggiungersi anche un antimafia sociale; cioè il recupero alla collettività dei beni confiscati ai mafiosi. Ma se passasse la proposta di legge che vuole rendere più facile al vendita all’asta di questi beni anziché l’affidamento mirato non si va certo in questa direzione. Caselli critica Berlusconi che dice che l’ultima fila di arresti è la dimostrazione di quanto questo governo stia facendo contro la mafia. Se vede che agli agenti che hanno fatto questi arresti – continua Caselli – mancano benzina o altre risorse fondamentali non può concepire che i meriti di quei arresti siano anche da condividere con il governo. Caselli vive sotto scorta dal 1984 e dal 1993 al 1999 è stato Procuratore della Repubblica di Palermo. Oggi svolge lo stesso compito a Torino.

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