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Vladimir Luxuria

Vladimir Luxuria è stata la prima transgender in parlamento in Italia, candidata e poi eletta alla Camera nelle liste di Rifondazione. Ha lavorato sui temi dei diritti civili, sui Dico, sui diritti delle minoranze, con discrezione e intelligenza. Al punto da essere stimata anche da molti esponenti dello schieramento opposto. A parte le polemiche spicciole con una Elisabetta Gardini che a Montecitorio voleva andasse nel bagno degli uomini anziché in quello delle donne, probabilmente l’ideologa di «Muccassassina» è risultata una delle sorprese positive della scorsa legislatura. Ora anche lei è fuori dal Parlamento. 
Il risultato della sinistra Arcobaleno è stato il più clamoroso di queste politiche. Davvero per tutta la campagna elettorale non avete avuto la sensazione che qualcosa non andasse?

«Guardi, io ero candidata in Sicilia, per la Camera. La mia campagna elettorale è stata coinvolgente. Anche nei piccoli paesi dell’entroterra siciliano. Eppure che qualcosa non andasse l’ho scoperto un giorno che mi trovavo a Portella della Ginestra. Lì ho incontrato un anziano militante, che era stato testimone della strage. Mi ha chiamato da parte e mi ha detto, scusandosi: "Io voterò Pd, perché devo dare il mio voto in una direzione utile. Dobbiamo battere Berlusconi"».
Morale della storia?
«Che quel vecchio militante ha sacrificato il suo voto per questo».
Dunque secondo lei voi avete perso per il voto utile. Non perché la sinistra radicale è in profonda crisi e nei due anni di governo Prodi ha creato più di un problema alla stabilità della coalizione...
«Se lei si riferisce a Franco Turigliatto, le posso dire era già stato espulso dal partito allora. Rifondazione ha appoggiato il governo senza esitazioni. Il governo lo ha fatto cadere il centro di Mastella».
Sì, ma Bertinotti, qualche mese fa aveva detto che Prodi era spacciato...
«Questo è vero, ma non possiamo fermarci a questo. In realtà gli errori sono stati altri. Quello di Veltroni di correre da solo. Quello nostro di non essere stati capaci di fare un pezzo di strada che ci portasse a un punto di mediazione con il Pd».
Dunque la responsabilità sarebbe di Veltroni se la sinistra arcobaleno non ha una rappresentanza in Parlamento?
«Non solo ma un po’ sì. Ma li ha visti i risultati delle amministrative? Lì la sinistra arcobaleno è andata molto meglio. Lì non c’era Berlusconi, e non c’era il problema del voto utile».
Forse non siete stati capaci di comunicare davvero il vostro programma...
«Questo è un tema che dovremo affrontare nei prossimi mesi».
Ora cosa succede?
«Bisogna ricostruire tutto».
Cosa pensa delle dichiarazioni di Cossiga, quando ha detto che la sinistra antagonista senza una rappresentanza in parlamento, può creare violenze nelle piazze?
«Che noi vigileremo perché questo non avvenga. Le nostre radici sono nel pacifismo».
Lei è convinta che c’è la possibilità di ricostruire la sinistra. O è invece un capitolo chiuso e andiamo verso un bipartitismo che non vi lascia spazi?
«Ha detto bene: ricostruire la sinistra. Io penso che sia questo il nostro compito. Dai Dico alle unioni di fatto, battaglie che non avranno più voce in questo parlamento, saranno capitoli chiusi».
E lei cosa farà ora?
«Farò politica. Andrò in giro come ho già cominciato a fare, per parlare alla gente. Cercherò di aiutare a ricostruire questo soggetto politico che è necessario nella storia di questo paese».
Cosa la spaventa di questa destra?
«Quasi tutto. Però vede, non è che con il Pd le cose vanno benissimo. Un partito che ha al suo interno una come la Binetti, secondo lei, dove può andare?».
Non la colpisce il fatto che anche l’estrema destra di Storace e della Santanché non sia entrata in Parlamento.
«No. Però vede, la Santanché nonostante la batosta che ha preso, ha trovato il tempo di dare una festa a casa sua a Milano per festeggiare la fine politica della sinistra. Io invece penso che avrebbe dovuto chiudersi un po’ in casa ed elaborare il proprio dolore». 
Lei è molto apprezzata dal centro destra?
«Lei dice?».
Beh, Dell’Utri ha dato un’intervista dove la definisce intelligente...
«E poi dice che sono un bravo ragazzo. Se davvero mi stimasse avrebbe detto "brava ragazza”. Nel non riconoscimento della mia identità si capisce tutto quello che pensa davvero».
Sabato e domenica Rifondazione terrà il suo comitato politico. Bertinotti si è dimesso, e si dimetterà anche Giordano. Lei vota?
«No, sono un’indipendente».
E se votasse?
«Lei mi sta chiedendo chi può prendere le redini del partito?».
Sì, ma prima dobbiamo stabilire quale partito. Tornerete Rifondazione o si andrà avanti con l’Arcobaleno?
«Il cammino dell’Arcobaleno è solo all’inizio».
E il leader?
«Nichi Vendola. È in grado di dialogare davvero con il Pd».

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