Diesis o bemolle?
Tasti bianchi o tasti neri? Non amo le alterazioni. Praticamente tutti (se ti chiedessi «piede destro o piede sinistro»?), ideologicamente i neri: mi hanno insegnato a diffidare del puritanesimo.
Usi il barré?
Spesso.
Qual è il tuo «stato innaturale»?
Quello in cui non si pensa, non ci si preoccupa di quello che pensano gli altri, in cui si fa sempre quello che ci va di fare senza ledere nessuno, quello in cui si vive, si ama e ci si fa amare.
Insegni: cosa, a chi? E cosa impari?
Credo che si possa insegnare qualcosa solo se non si ha la pretesa di farlo. Io imparo un sacco di cose solo guardandomi intorno, prestando attenzione a cose, gesti o frasi apparentemente normali, senza mai clonare nulla, ma semplicemente rimodellando il tutto su di me. Siamo unici ed inimitabili per questo, no?
Suoni la darbuka perché ti senti più: a) nord-africana, b) asiatica, c) pugliese?
Suono la darbuka perché è una percussione con una sonorità molto particolare e accompagna una danza sensuale come la danza del ventre. Non rinnegherò mai le mie origini pugliesi, ma onestamente mi sento molto «figlia del mondo».
Oggi sono io: Mina o Alex Britti?
Alex Britti. L’autore è sempre l’autore.
Mina: non sarà forse un mirare molto in alto per colpire una mela?
Certamente più stimolante che mirare in basso per colpire un’anguria.
FINE