Ci ha messo anni, ma dopo tanti tormenti, dopo crisi esistenziali e dubbi di ogni genere, Tiziano Ferro ha deciso di pubblicare i suoi diari, quindici anni di appunti personali riuniti in un libro intitolato Trent’anni e una chiacchierata con papà (ed. Kowalski nelle librerie dal 20 ottobre) nel quale racconta tutta la sua vita, dalla bulimia alla difficoltà di accettare la sua omosessualità, dall’isolamento paranoico all’incapacità di amare dovuta alla non accettazione di se stesso per quello che era, con passaggi di una disarmante sincerità. C’è tutto Tiziano Ferro in queste pagine, mettendo fine una volte per tutte alle voci ricorrenti sulla sua omosessualità, e più in generale al riserbo assoluto di cui si era circondato in questi anni. Il gesto sembra essere un atto fortemente liberatorio, nato, come racconta lui stesso, da una chiacchierata col padre, dalla decisione di iniziare un percorso terapeutico e progressivamente di allargare questa voglia di sincerità prima agli amici più intimi, e poi al pubblico. "Sono felice, è la mia libertà di poterlo dire". A causa di questa negazione, racconta Ferro, ha vissuto anni molto difficili, malgrado il successo internazionale di cui ha goduto e malgrado la passione ancora oggi inalterata per il suo mestiere. Ora, sembra, gli si pone davanti una vita completamente nuova. Essere gay non è un crimine, e la sua rinascita parte da questa ovvia, ma a volte non scontata, considerazione.