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Simona Ventura

« Ho passato gli ultimi due anni in Rai a lottare, a difendere la gente che lavorava con me. Invece che guardare avanti, dovevo guardarmi le spalle». Sono le parole di Simona Ventura: le prime dopo aver lasciato la Rai per passare a Sky sono affidate in esclusiva a Vanity Fair, che le dedica la copertina in edicola dal 3 agosto. Nonostante la Rai l’avesse già inserita nei palinsesti della prossima stagione, la conduttrice ha scelto di andarsene firmando un contratto biennale con la Tv italiana di Rupert Murdoch. Raidue perde la sua regina.

Che cosa è andato storto, dopo 10 anni?
«Sono sempre stata una persona libera, ma ultimamente non c’erano più le condizioni per questa libertà».
E quindi che cosa rischia, la sua ex rete?
«Di diventare un negozio senza clienti. Lei capisce che, se si fa festa per l’8% di share, allora siamo messi bene. E negli ultimi due anni è stata perpetrata, a danno della rete, una vergognosa desertificazione culturale».
Si spieghi meglio: ha subito condizionamenti politici?
«I veri guai arrivano quando vengono imposte persone che non sanno fare questo lavoro. Un colore politico credo che in Tv lo si possa avere: ma bisogna avere anche la professionalità. Invece, piano piano, sono arrivati gli incapaci, e anche presuntuosi: servi della politica e niente più. La Rai si potrebbe fare con 9 dirigenti, invece che 54: il problema è che ci sono dirigenti capaci costretti a cercare protezioni per sopravvivere a quelli incapaci, che sono lì solo perché protetti... Non saprei dire chi è stato il migliore tra i dirigenti con cui ho condiviso questi anni. In compenso non ho dubbi sul peggiore: Massimo Liofredi».
Direttore di Raidue dal 2009 a pochi giorni fa: quelli che lei ha chiamato i due anni di «desertificazione culturale». Perché il peggiore?
«Se ho un direttore a lui devo rendere conto, con lui mi devo confrontare, e capisco che possa avere una visione diversa dalla mia. Altra cosa è che distrugga in modo certosino e vergognoso la mia autonomia e la mia voglia di creare e di rinnovarmi. Se uno è competente non si comporta così, piuttosto ti sfrutta, visto che sei il patrimonio della sua rete».
Che motivo avrebbe avuto, Liofredi, per accanirsi su di lei?
«Non riusciva a gestirmi. Aveva capito che non gli avrei permesso di impormi personaggi indecenti, e comunque inadatti alle nostre trasmissioni.
Si dice che Liofredi non le abbia perdonato di aver ripreso severamente, durante una puntata dell’Isola dei famosi, Monica Setta, giornalista a lui vicina.
«La Setta è arrivata a Raidue facendosi scioccamente imporre: io ero lì da dieci anni. E in quell’occasione disse cose gravi – e non vere sul passato di Aldo Busi: era mio dovere intervenire. Da quel momento le cose sono ulteriormente peggiorate, li ho avuti sempre addosso».
Un mese dopo il suo addio, Liofredi non è più direttore della rete: è stato trasferito a Rai Ragazzi, il canale per i bambini. E pare che, per questo, farà causa alla Rai per mobbing.
«La causa per mobbing avrei dovuto farla io per quello che ha fatto passare a me – ma non solo a me – in questi due anni, e per i colpi mortali che ha inferto al target di Raidue».
Ha perso anche Santoro.
«Per Michele, paradossalmente, avere la politica contro era un bene, gli dava forza, ma a un certo punto non ce l’ha fatta più: posso capirlo. Anche questa perdita fa parte della distruzione di una rete che ormai i giovani non guardano più. E quando spegni un canale un pezzo alla volta, poi riaccenderlo è un’impresa».

Vanity Fair 02.08.11

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