Romano Prodi, augurando serenità agli italiani, torna a difendere il suo governo. Lo fa con orgoglio sottolineando che "un governo dura solo se fa". "Io duro perché faccio, non è che faccio perché duro, sennò sarei già caduto mille volte", dice il presidente del Consiglio rispondendo ai cronisti riuniti sotto la sua casa di Bologna, prima della partenza per la montagna dove trascorrerà qualche giorno di vacanza a Pontelongo. "Nessun governo che vuole durare dura", aggiunge Prodi.
Poi il messaggio di augurio al Paese: "Agli italiani auguro molta serenità -dice Prodi-, questo è quello di cui abbiamo bisogno, e anche un minimo di capacità di stare insieme, di lavorare insieme e di sperare insieme".
A chi gli domanda che cosa butterebbe via dell'anno che sta per concludersi, il premier risponde: "Nel 2007 credo siano state fatte molte cose giuste, ma la cosa più drammatica credo sia proprio lo slabbramento progressivo della situazione internazionale".
Ricordando che "tutte le cose al mondo riescono in parte bene e in parte male", Prodi osserva che "c'è stata una parentesi di speranza sul processo di pace in Medio Oriente, poi c'è stato l'assassinio della signora Bhutto in Pakistan". Citando, dunque, alcuni degli avvenimenti degli ultimi mesi e dei recenti giorni, Prodi afferma che "tutte queste grandi paure sono le cose proprio da buttare del 2007". "Però -avverte il presidente del Consiglio- è difficile poter vedere rosa in un momento solo, non crediamo, come si dice in questi giorni, che tutto sia perduto".
Specificando, infatti, che "le situazioni nelle aree come il Pakistan, l'Afghanistan e l'Asia in generale sono sempre state difficili", Prodi esorta: "Cerchiamo di non perdere né la speranza, né la capacità di lavorare per migliorare le cose".