Personaggi - il sito di zon@ venerd́

Romano Prodi

 Romano Prodi, ora, ci prova con una metafora calcistica. Intervistato da Sky Tg24, vuole spiegare perché il suo governo stia giocando di rincorsa, classifica deficitaria e troppe ansie. Il numero non è scelto a caso: «Venti sono i miliardi di euro necessari per i parametri europei, sei il deficit di ferrovie e Anas per il piano opere pubbliche». E questo è il peso che grava sulle prime scelte di politica economica fatte dal governo dell´Unione e sulla Finanziaria. Meno ventisei, altro che Juventus in serie B. Il problema è spiegare che, a differenza del Calcio, qui non ci sono ricorsi al Tar e arbitrati a rimettere le cose a posto.

Per uscire dalle difficoltà non ci sono scorciatoie. E in questo senso, Prodi non ha nessuna voglia di rimangiarsi le sue parole sul «Paese impazzito» che tanto scandalo hanno suscitato sabato: «Non siamo come i passeggeri del Titanic che continuavano a divertirsi mentre la nave affondava. La nostra nave è robusta, ma se non cambiamo direzione, andremo in balia delle onde». Dunque, «l'obiettivo è far capire che il Paese è un blocco sociale unito. Non è possibile che ognuno in teoria porti avanti l'interesse generale e in pratica sia durissimo nell'interesse di categoria e di parte».

La voglia di combattere c´è: «Adesso basta con le corporazioni – scandisce il premier - Adesso comincia l'interesse del paese», perché «se tutti difendono l'interesse particolare, ancorchè legittimo, siamo finiti». Insomma, «è un problema etico: un paese che dice di volere un obiettivo comune deve essere coerente nelle scelte, deve accettare la parte di sacrificio che ogni convivenza civile comporta».

Per commentare scrivere qui