All'indomani del varo del provvedimento sulle liberalizzazioni, il presidente del consiglio Romano Prodi si dice "soddisfatto" delle misure che hanno fatto scendere sul piede di guerra alcune categorie, come quella dei tassisti che minacciano di fermarsi l'11 luglio.
"Il giorno dopo, se possibile, sono ancora più soddisfatto. La gente ha capito che questi cambiamenti sono necessari per avere un mercato veramente libero, per permettere un maggior accesso alle professioni", ha detto Prodi in un colloquio con il quotidiano il Messaggero.
"Mi sembra - spiega - che sia passato il concetto che un mercato più libero significa più opportunità per tutti. E questo ci spinge ad andare avanti".
Delle proteste di alcune categorie di lavoratori che hanno annunciato mobilitazioni e scioperi, come i tassisti, Prodi dice: "Dico a queste categorie di guardare bene a questi provvedimenti, prima di rifiutarli. Sono provvedimenti studiati a fondo per riuscire, da un lato, a renderli efficaci per avviare un processo di vera liberalizzazione e, dall'altro lato, tengono conto, tutelandoli, degli interessi leciti delle categorie interessate".
Alla domanda del quotidiano se non fosse meglio aspettare, Prodi risponde: "Guardate che questi cambiamenti, se non vengono fatti quando si è a tempo, poi si devono fare in modo traumatico. Anche perché da tanti anni l'immobilismo, in questi settori, è stato pagato con un ritardo del nostro paese e, in alcuni casi, è stato considerato come inadempienza, soprattutto nei confronti dell'Unione europea".
I tassisti hanno annunciato un fermo nazionale per il prossimo 11 luglio contro la liberalizzazione delle licenze decisa venerdì dal governo nell'ambito del varo in consiglio dei ministri di un provvedimento contenuto in un disegno di legge che comprende anche parte della manovra e riguarda fra l'altro la liberalizzazione del settore bancario, del commercio e degli ordini professionali, fatti salvi quelli dei medici e dei giornalisti.