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Massimo D'Alema

Un lifting per la sinistra: dentro i venticinque-trentenni, via le vecchie facce. Tutte, tranne una: Massimo D'Alema, «l'unico leader di statura mondiale che abbiamo». Parola di Roberto Vecchioni, deluso, ma neanche troppo, per la sconfitta del centrosinistra in Provincia. «Sì è perso, è vero, ma dignitosamente. E comunque era una sconfitta annunciata». Troppo forte «l'ondata di destra, filosofica ancor prima che politica, che ha investito l'Italia e l'Europa». Il cantautore di «Luci a San Siro» ieri era a palazzo Marino per presentare la rassegna musicale «Il ritmo della città» organizzata da Comune e Politecnico. Occasione anche per parlare di politica. «Deve tornare in campo D'Alema. Lui in persona, non qualche altro leader gettato nella mischia. Ho stima e amicizia per Franceschini, ma è D'Alema l'unica persona in grado di battere la destra. Dovrebbe però circondarsi di uno staff di soli giovani, gli farebbe bene all'immagine». Sulla piccola vittoria ottenuta a Milano città, invece, poche parole. Numeri troppo risicati per illudersi, fa capire Vecchioni: «Ci vorrebbe una maggioranza più consistente, non si può vincere confidando sempre sulle disgrazie dell'avversario».

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