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Massimo D'Alema

Il secondo ospite della serata è Massimo D’Alema. La Bignardi fa subito i complimenti per i suoi 60 anni che compirà fra pochi giorni (mercoledì prossimo) e D’Alema dice che è un’età in cui si fanno dei bilanci e che lui è contento di essere vissuto da protagonista in un’epoca di cambiamenti in modo intenso. Il bilancio è certamente positivo. Per quanto riguarda l’età però, nonostante in Italia qualcuno si crede immortale (chiaro riferimento a Berlusconi) e che comunque lui sia più giovane dell’età media della classe dirigente attuale, comunque pensa che è arrivato in un’età in cui deve iniziare a mettersi da parte. Dopo aver fatto vedere un video che lo mostra nelle vesti di capo dei giovani comunisti intento in unadiscussione con il suo omologo socialista Villetti, D’Alema commenta che non è cambiato poi tanto da allora, ma solo diventato un filo più liberale. La Bignardi stuzzica D’Alema sul Pd e gli chiede di prevedere quando potrà tornare vincente. D’Alema dice che non prevede una crisi di governo in questa legislatura e che quindi se ne parlerà per le elezioni politiche del 2013. Per quanto riguarda il Pd anche se si è indiscutibilmente in una fase negativa non ha dubbi che il progetto sia importante e che il Pd anche se nopn sarà mai autonomo (perché gli italiani sono poco avvezzi al bipartitismo); ma sarà comunque e sempre il fulcro di una possibile maggioranza di centrosinistra. D’Alema ricorda come nella scorsa legislatura il governo in politica estera è riuscito (per citare siolo due cose) a far approvare la moratoria contro la pena di morte all’Onu e a mettersi a capo di una missione di pace in Libano. In generale il governo Prodi II° ha dovuto risanare i conti che la destra aveva lasciato. D’Alema ritiene l’Italia uno strano paese dove capita l’opposto degli altri paesi europei e cioè che la destra spende e la sinistra deve rimettere i bilanci apposto. La Bignardi chiede conto a D’Alema del fatto che nessun governo di centrosinistra ha mai approvato una legge sul conflitto di interessi. D’Alema risponde che ci hanno provato, ma che le lungaggini del parlamento e le varie crisi lo hanno impedito. Sostiene inoltre che comunque non sarebbe servito a niente perché in definitiva Berlusconi comunque avrebbe potuto continuare a fare politica, cedendo le sue imprese a familiari e che comunque sono gli italiani che decidono di eleggere Berlusconi presidente. Bisogna quindi far capire agli italiani che il scegliere Berlusconi è sbagliato e per due volte il centrosinistra ci è riuscito. Sulla questione del referendum D’Alema risponde che avrebbe preferito si tenesse il 7 giugno e non il 21 come sembra e che comunque Berlusconi ha confessato di aver fatto quella scelta perché nel caso contrario Bossi avrebbe lasciato cadere il suo governo. D’Alema afferma che voterà si al referendum; ma non perché vuole una legge più bipartitica; ma che il referendum in Italia è solo abrogativo e questo questio permetterebbe di cambiare la legge elettorale attuale che secondo lui è vergognosa. Successivamente il parlamento sarebbe pienamente legittimato a confezionare una legge elettorale decente. D’Alema fa anche presente che anche nel caso il referendum passasse non si permetterebbe agli italiani di poter scegliere il proprio candidato. Sul caso Bettini, che ha scelto di non candidarsi alle prossime europee dopo aver saputo che il nr 1 della lista pd del centro Italia non era lui, ma il giornalista David Sassoli; D’Alema si è dichiarato dispiaciuto e ha detto al collega di ripensarci perché non c’è nulla di disdicevole in questo. Ha infatti raccontato di quando gli chiesero di fare il nr2 di De Mita nella lista Campania 2 perché si pensava che gli elettori più di sinistra non votassero De Mita con piacere. Lui ha accettato senza storie. La Bignardi chiede a D’Alema dei suoi rapporti con Veltroni e lui conferma che in questo momento non sono ottimi; ma che tutto passa e che loro si conosco da tantissimo tempo e che hanno passato periodi di intenso lavoro assieme a delle crisi. In questo momento – conclude D’Alema – Veltroni è amareggiato.  La Bignardi conclude l’intervista con D’Alema e cioì facendogli vedere un video con gli auguri per i suoi 60 anni da parte di due giovani esponenti politiche (una del centrosinistra e una del centro destra). Per il centrodestra c’è Michaela Biancofiore (Pdl) che gli augura per quell’occasione di fare un corso di immagine, ispirandosi magari a Berlusconi perché appare molto spocchioso. Per il centrosinistra c’è invece Debora Serracchiani (Pd) che lo invita ad applicare quello che lui diceva del Pci e cioè che ogni classe dirigente doveva coltivare quella che gli sarebbe succeduta in modo di poter “cacciare fra quattro anni il vecchio Berlusconi”. Dopo il video D’Alema commenta con positività la richiesta della Serracchiani e la Bignardi gli ricorda che quando quest’ultima è stata in studio da loro gli ha dato un cinque, mentre a Veltroni un 6+. D’Alema dice che ambisce all’otto e che in assenza di quello preferisce tenersi il cinque.

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