"La Turco vuole l'eutanasia per legge", n titolone, voluto da Maurizio Belpietro, occupa tutta la prima pagina del Giornale. La notizia, che se fosse vera potrebbe scatenare una bufera nell'Unione, è accompagnata da un editoriale firmato dal senatore di Forza Italia, Gaetano Quagliariello: «La Turco non è un semplice parlamentare ma il ministro della Salute. Difficile immaginare che ella non esprima il programma massimo del governo che altri, con tartufesca abilità, cercano di camuffare». Peccato, però, che il ministro non sieda tra i banchi della Camera, ma al Senato. E peccato che la firma sotto la proposta di legge non sia di Livia Turco ma di Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno. La gaffe è clamorosa e a niente servono le imbarazzate scuse di Belpietro. «E' stato un errore. Un errore grave per cui porgo le scuse mie personali e del giornale al ministro Livia Turco». A ruota, seguono le scuse di Quagliariello: «L'errore è tanto più grave in quanto Livia Turco siede in Senato mentre l'onorevole Turco alla Camera. Chiedo scusa ad entrambi assicurando la mia perfetta buona fede. Troverò il modo per ripristinare la verità a favore dei lettori del Giornale». Ma le scuse non bastano. Il ministro della Salute si dice «indignata e scandalizzata», annuncia querele e chiede le dimissioni di Belpietro, «Evidentemente, la bramosia di infangare colui che si ritiene l'avversario politico del momento è tale da offuscare addirittura la vista e la capacità di leggere nomi e cognomi delle persone e la loro qualifica istituzionale. Se un briciolo dì pudore e di onore professionale aleggiasse ancora nella coscienza di Belpietro, oggi si presenterebbe una sola scelta: quella di firmare la lettera di dimissioni, che in ogni caso - precisa la Turco - non eviterà a lui e al suo editore di rispondere in sede giudiziaria di quanto accaduto».