Il ministro della Salute Livia Turco ha emanato ieri, di concerto con il ministro della Giustizia e sentito il ministro della Solidarietà Sociale, un decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1.000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis, espresso in principio attivo, detenibile ad uso esclusivamente personale. Lo rende noto un comunicato del ministero della Salute, ricordando che sotto di tale limite, quindi, i possessori saranno punti con sanzioni amministrative ma non scatterà la presunzione di spaccio e né provvedimenti punitivi “che, in base alla legge Fini-Giovanardi, potevano arrivare fino all’arresto e al carcere”.
Il nuovo valore soglia di 1.000 milligrammi di principio attivo della cannabis deriva dalla moltiplicazione per 40, anziché per 20 come previsto dalla vecchia tabella varata dal precedente Governo, della “dose media singola” che è pari a 25 milligrammi.
Secondo l’attuale legge sulla droga per “dose media singola” si intende la “quantità di principio attivo per singola assunzione idonea a produrre in un soggetto tollerante e dipendente un effetto stupefacente e psicotropo”.
“Con questo provvedimento - ha sottolineato Turco - abbiamo operato al fine di una prima correzione amministrativa delle tabelle contenenti i valori massimi quantitativi delle sostanze stupefacenti per uso esclusivamente personale. In attesa del provvedimento di riforma della legge Fini-Giovanardi, che resta nostro obiettivo modificare profondamente come previsto dal programma di Governo, ho infatti ritenuto di intervenire per far sì che migliaia di giovani non debbano varcare le soglie del carcere o essere vittime di un procedimento penale per aver fumato uno spinello, come sta purtroppo avvenendo ora, a seguito della legge del centro destra”.
Con ciò, ha però sottolineato il ministro, “non si intende liberalizzare l’uso della cannabis ma, molto più responsabilmente, far rientrare tali comportamenti nocivi per la salute tra gli atti da prevenire e non da reprimere con pene che possono arrivare fino al carcere. Il problema della droga, è bene sottolinearlo ancora una volta, sta nell’illegalità diffusa attorno al traffico e al commercio e non nel consumo individuale, contro il quale non servono né il carcere né i ricoveri coatti. La cosiddetta ‘tolleranza zero’ verso i consumatori – ha concluso Turco - non è riuscita a scardinare il business della droga in nessuna parte del mondo, mentre la via giusta è quella dell’accoglienza sociale per le persone e le famiglie che vivono il dramma della droga, decriminalizzando le condotte legate al consumo e concentrando il lavoro delle Forze dell’ordine e della Magistratura verso i veri criminali che sono i trafficanti e gli spacciatori”.