Kim Rossi Stuart e Barbara Bobulova (Lapresse)
CANNES - Sulla croisette è il giorno degli italiani e dell'America anti Bush. Che ha il nome di «Shortbus», un film sul sesso come provocazione politica che non ha mancato di suscitare polemiche a Cannes. «È un cri de coeur per noi» ha spiegato in conferenza stampa il regista americano John Cameron Mitchell. Una «chiamata alla armi», un grido che viene dal cuore contro la politica del capo della Casa Bianca, contro il conservatorismo imperante negli Stati Uniti, dove si vive nella «repressione e nella paura» dell'era Bush. «Se non si possono avere nuove elezioni, tanto vale avere erezioni» ha aggiunto il regista quarantatreenne. Il film è una continua provocazione gioc
ata sulle corde dell'eros: orge, storie di gay «liberati» e sessuologhe che non riescono ad avere orgasmi. Destinata a sollevare forti critiche negli Usa è la scena di un rapporto sessuale gay a tre, durante il quale uno dei protagonisti canta con gioia «The Star Spangled Banner», l'inno degli Stati Uniti.
AL GORE - Ma gli Stati Uniti a Cannes hanno anche il volto del democratico Al Gore. L'ex vice presidente degli Stati Uniti è apparso sulla Croisette come protagonista del film documentario di Davis Guggenheim «Una verità scomoda», proposto nella sezione «Un certain regard». Il film pedina Al Gore nel suo incessante viaggio, ormai una crociata quotidiana fatta di presentazioni in pubblico stracolme di spettatori appassionati, in difesa dell'ecologia climatica del nostro pianeta. Il tema del buco dell'ozono, delle politiche da adottare per ridurre le emissioni gassose che mettono in pericolo l'ecosistema terrestre, è stato un cavallo di battaglia dell'uomo politico, poi senatore, poi vice presidente e infine presidente mancato per un soffio, fin dai giorni dell'Università. «Il problema - dice - è che ogni giorno che passa si riduce la dose di tempo a nostra disposizione per cambiare il corso delle cose. Siamo a uno stato di allerta che i tecnici definiscono 5 e cavalchiamo sull'orlo dell'abisso. Per fortuna, se vogliamo, c'è ancora il tempo necessario per invertire la rotta. Ma la decisione appartiene ormai ai grandi politici della Terra e la mia speranza è che la politica è un'energia riciclabile».
BELLOCCHIO E ROSSI STUART - L'avventura italiana a Cannes comincia con i primi applausi e le prime critiche favorevoli assieme a una riaffermazione di orgogliosa diversità, da parte di Marco Bellocchio. Mentre sbarca sulla Croisette Nanni Moretti, che lunedì col suo «Caimano» passerà in concorso e che ha già cominciato la promozione internazionale del film, Kim Rossi Stuart con «Anche libero va bene» e Bellocchio con «Il regista di matrimoni», escluso dal concorso, ricevono un'ottima accoglienza. Il film di Bellocchio, definito «vitale» da Le Monde, incassa due applausi convinti al termine della proiezione per il pubblico della sezione «Un certain regard». L'esordiente Rossi Stuart incuriosisce il pubblico francese, che si sottopone a una lunga fila per per vedere la storia, aspra e intensa, del piccolo Tommi e della sua famiglia sgangherata. Un'accoglienza oltre ogni aspettativa, con oltre cinque minuti di applausi che sono diventati una standing ovation per regista e attori. «Davvero non me lo aspettavo», è stato il primo commento del regista esordiente, che aveva al suo fianco Barbora Bobulova e la rivelazione Alessandro Morace. Domenica sarà la volta di «Marcello, sweet life», il documentario su Marcello Masrtroianni e martedì è il turno di «Volevo solo vivere», altro documentario sulla shoa firmato da Mimmo Calopresti. A chiudere le presenze della pattuglia italiana sarà giovedì «L'amico di famiglia» di Paolo Sorrentino.