Che cosa prova un personaggio singolare, «anomalo» nel mondo del giornalismo televisivo, come Fabio Fazio, nel vincere il premio «è Giornalismo», uno dei più prestigiosi e quello con la dotazione più ricca (15mila 493 euro) fra tutti i riconoscimenti attribuiti in Italia?
«Ero in auto, giorni fa - ci risponde- ricevevo sul telefonino molti messaggi di congratulazioni, ma non sapevo perché. Pensavo fossero ironici e mi chiedevo: chissà cosa ho combinato mentre guidavo. Poi ho capito. Ed è inutile negarlo o far finta di niente: è stata grande la sorpresa per questa assegnazione, e altrettanto grande la soddisfazione. Non finirò mai di ringraziare la giuria. La differenza nella miriade di premi esistenti- aggiunge Fazio- la fa la giuria. E in questo premio c'è la più qualificata».
Sono Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Curzio Maltese, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella a formare quella del riconoscimento istituito dall'imprenditore veronese Giancarlo Aneri, presidente della è Group.
Hanno deciso di premiare Fazio per la sua trasmissione su Raitre «Che tempo che fa», riconosciuta di qualità ed apprezzata da tutti, senza distinzione di «colore» politico. Gli chiediamo qual è il segreto, quale la «ricetta» del successo e dell'apprezzamento che circonda un programma non «urlato».
«Invito persone civili- dice Fazio- e con loro ci sono delle conversazioni, per il piacere puro della conversazione e non della conversione, né dell'interrogatorio. Di solito sono personaggi che hanno cose interessanti da raccontare, hanno una vita intensa, per cui si ascoltano con curiosità».
Si dice che ci sia la fila per partecipare alla trasmissione. Spetta a lei la scelta, ed è difficile?
«In redazione siamo in quattro e scegliere non è difficile. Difficile è che un ospite scelto, venga poi in studio. Perché ci sono anche quelli che non vogliono proprio venire».
Qual è stata la conversazione più difficile che ha incontrato finora?
«Sono difficili quelle con gli stranieri, per via della lingua, e quelle che affrontano contenuti specialistici, temi particolari. Ma in realtà non ho mai incontrato difficoltà. Magari posso restare deluso, questo sì, perché emergono cose che non sospettavo».
C'è un personaggio che vorrebbe portare davanti alle telecamere?
«Aspetto con ansia lo scrittore Luigi Meneghello».
La cerimonia di consegna del premio «è Giornalismo» si svolgerà giovedì prossimo a Milano al The Westin Palace, e riunirà, com'è consuetudine da undici anni, il «gotha» del giornalismo italiano, per festeggiare Fabio Fazio
«Nella motivazione- ci anticipa Giancarlo Aneri, fondatore del premio, unitamente a Montanelli, Biagi e Bocca- si mette in risalto il fatto che Fazio fa una tv educata, seria e qualificata. E una persona super-educata, che non parla male di nessuno, e che incarna nel mondo del giornalismo quello spirito che nei giorni scorsi il capo dello Stato Napolitano ha richiamato come necessario nei confronti della politica. Ha dichiarato che i politici devono parlarsi, dialogare tra loro, al di là degli schieramenti, e non avere prevenzioni».