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Daria Bignardi

«Il primo ospite delle Invasioni Barbariche ai tempi dell’Ulivo al governo? Silvio Berlusconi, spero: i contatti ci sono, lui è molto cordiale, sarebbe interessante. Il problema non è certo tirargli fuori le parole di bocca, semmai arginarlo». Jeans scoloriti al ginocchio, infradito, camicia a disegni Anni 70 aperta sulla famosa scollatura «situazionista» che faceva impazzire gli intellettuali ai tempi del primo Grande Fratello, Daria Bignardi sembra una ragazzina. Si passa le mani tra i capelli e sorride: non è facile mantenere le aspettative su uno dei programmi rivelazione dell’anno scorso, ma lei pare tranquillissima: «E’ che sono Dottor Jeckyll e Mr. Hyde, adesso serena e tranquilla, alla vigilia della partenza (il 6 ottobre su La 7), diventerò isterica, i miei collaboratori lo sanno bene». Anzi, le sue collaboratrici, perché nella palazzina rosa della Endemol al 31 di via Tortona, quartiere di archeologia industriale ricolonizzato dalla moda, la redazione è tutta al femminile. «Tranne Angelo, il fattorino» guizzano gli occhi. Nell’altra ala del palazzo c’è lo staff di Che tempo che fa di Fabio Fazio «e lì sono tutti maschi. Ma io preferisco lavorare con le donne, sono più in gamba».

Anche la tv sembra che la pensi come lei, basta vedere i reality show. Parietti, De Filippi, Ventura... Chi preferisce?
«Tutte brave, certo Simona è speciale, oltre a essere un’amica. L’Isola dei Famosi è una delle poche cose che guardo con piacere, riescono sempre a inventarsi qualcosa, anche se non hanno i fondi illimitati di altri. Simona poi è fantastica, tutte voremmo essere un po’ come lei: alta, bella, piena di energia».

Ha visto Unanymous della De Filippi?
«Gli ho dato un’occhiata, è un esperimento interessante che forse va ancora un po’ rodato. Magari non farei i programmi di Maria De Filippi ma la stimo: mi piace quella sua faccia sempre seria, nessuna concessione alle carinerie, per questo funziona con gli adolescenti. Di solito le donne in tv rischiano la trappola dei troppi sorrisi, del tentativo di piacere a tutti. Io preferisco il tipo di donna un po’ maschile».

Cos’altro si guarderà in tv questa stagione?
«Non molto: Fazio, Floris con Ballarò, naturalmente il nuovo Santoro, sono molto incuriosita, Rula Jebreal è un altro tipo tosto. E la tv di Michele mi è sempre piaciuta perché il pubblico in studio “si sente”: mi ricorda quando lavoravo con Gad Lerner per Milano Italia e dovevamo tenere a bada una platea di sindacalisti o di piccoli commercianti arrabbiati. Magnifico».

E la fiction?
«Sono una fanatica di Lost e 24, quando inizio a vederli non riesco a staccarmi, mi piace anche Desperate Housewives».

Anche nella tostissima Bignardi si nasconde una casalinga disperata?
«Magari non disperata, ma come tutte le donne gioco sul doppio fronte lavorativo e familiare, preparo cena, porto i bambini a scuola: Ludovico ha 9 anni, è inquieto, introspettivo, come me si si carica di tutte le colpe del mondo, dicono che è un segno di egocentrismo. Emilia ha 3 anni, inizia l’asilo ed è decisamente una Sofri (il suo compagno è Luca Sofri, figlio di Adriano, ndr). Allegra, solare, molto “cool”. Basta vederci a tavola: io e Ludovico siamo per le verdure, la frutta, i pasti regolari. Luca invece è capace di farsi un panino al salame alle sei di sera e addio buon esempio».

Ha rinunciato a qualcosa per i bambini?
«Rinunciato no, certo ci sono diverse priorità. L’anno scorso per esempio è sfumato il tandem di 8 e mezzo con Giuliano Ferrara e il mio primo pensiero è stato di sollievo: l’idea di trasferirmi a Roma con loro, ricominciare a cercare scuole, asili, baby sitter.... E poi Giuliano è un uomo di intelligenza infinita, stimolante, un programma con lui è immagineuna magnifica sfida... per le prime tre puntate. Poi, insomma, farsi massacrare continuamente non è facile. Io ho il mio bel caratteraccio, ma con lui non c’è partita, dialetticamente è troppo forte».

Lei però ha un debole per gli uomini intelligenti e cattivi, dicono.
«Intelligenti sì, cattivi no, magari finti cattivi come Massimo D’Alema. Sono innamoratissima da sempre di lui, l’ho invitato anche in trasmissione ma non so se verrà».

Non ha paura di diventare troppo governativa adesso che la sinistra è al potere?
«Il rischio naturalmente c’è, televisivamente è più intrigante stare all’opposizione. Inviterò più gente della destra, ho già contatti con Casini, Fini, la Prestigiacomo e, appunto, Berlusconi: oltretutto l’anno scorso l’intervista con sua figlia Barbara è stata una delle più riuscite».

Ha fatto venire un colpo al povero Maurizio Costanzo quando ha detto che proibirebbe ai suoi figli di vedere Buona Domenica...
«Sì, è stata un’uscita del tutto inaspettata. Ecco perché mi piacciono le interviste, mi documento a fondo, mi scrivo le domande, ma poi c’è sempre in agguato la sorpresa, l’improvvisazione. Non per niente lavoro solo in diretta».

Quali sono le interviste peggiori?
«Quelle agli amici. Non si riesce a essere cattivi. L’anno scorso, per esempio, all’ultimo è saltato il superospite della prima puntata, ero nel panico e ho chiesto a Giorgio Gori di venire. Poi come facevo a metterlo in difficoltà?».

E’ vero che la vorrebbe la Rai?
«Quando un programma va bene, è inevitabile, ti vogliono tutti. Io però non ho la smania dei grandi ascolti, quello che mi interessa è avere carta bianca, lavorare con il mio staff, fare quello che mi interessa. Se ci sono queste premesse, non ho preclusione di rete».

Quali sono i nemici di Daria Bignardi?
«Nemici è una parola forte. So che posso essere molto simpatica e molto antipatica, in tv l’unica vera litigata l’ho avuta con Daniela Santanché, ma poi ci siamo riappacificate».

Antipatie a sinistra?
«Naturalmente si, ma non voglio dare loro la soddisfazione di citarli. Vorrebbe dire dargli troppa importanza».

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