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Antonio Di Pietro

Non si placa la polemica sulle dichiarazioni a "Che Tempo che fa" di Marco Travaglio sull´attuale presidente del Senato, Renato Schifani, La destra ne fa un mezzo per attaccare anche la Rai e non si accontenta delle scuse di Fabio Fazio e dei dirigenti Rai. Travaglio non si è fatto intimidire: «Pentito? Ma per piacere, non scherziamo. Figuriamoci se sono pentito per quello che ho detto. Anzi, sono stato anche troppo buono». 

«Gli attacchi che sta subendo Travaglio solo per aver raccontato la cronaca di fatti veri ed accaduti e che riguardano nientemeno la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Schifani - scrive sul suo blog il leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro -, dimostrano che, come al solito, quando si tratta di difendere la Casta, i vari esponenti di partito di destra e di sinistra fanno quadrato e diventano un tutt'uno (come accadde ai tempi dell'indulto)». 

«Allora -aggiunge- mi domando e domando: ma un giornalista che rivela circostanze sconosciute alla maggioranza dei cittadini adempie al proprio dovere di cronaca e di critica o no? Se Schifani risulta essere stato socio di persone di malaffare, allora il presidente del Senato, proprio per l'alta carica che ricopre ne spieghi le ragioni o contesti i fatti. È un suo dovere morale. Ed ancora mi domando e domando, questa volta ai tanti benpensanti del Partito democratico: ma sapete chi sono i condannati per mafia Nino Mandalà e Benny D'Agostino? E sapete cosa vuol dire essere stati soci con costoro ai tempi d'oro della mafia, come lo fu Schifani? Ed allora, che male c'è se un giornalista indipendente pone delle domande trasparenti ed altrettanto trasparentemente informa l'opinione pubblica? Che senso ha attaccare Travaglio per aver solo detto ciò che è vero»? «Invece di prendersela con lui - prosegue l'ex pm- non sarebbe meglio prendere spunto da questo fatto per impostare una campagna di informazione capillare e veritiera su chi sta al Parlamento, al governo o nelle altra istituzioni controllate dalla politica? Oppure il silenzio è dovuto al fatto che anche tra le file del centrosinistra ci sono alcune posizioni imbarazzanti per cui -conclude Di Pietro- è meglio far finta di niente e schierarsi con l'avversario nella speranza che un giorno il favore possa tornare?».
 

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