Parecchi non sono mai stati teneri con Antonella Clerici e con il suo modo di far televisione. Perfino sul suo Sanremo: parecchi pensavano che sarebbe stato un flop. Invece Antonella ne è uscita da vincitrice e poi è passata alla cassa per riscuotere. Ha vinto lei. La tv funziona così, anche quella pubblica che pubblica lo è economicamente solo per metà (gli introiti vengono dalla pubblicità al 50 per cento), mentre dal punto di vista editoriale da tempo si è affidata del tutto alle pratiche commerciali. Ogni tanto, però, alla Rai c’è qualcuno che si sveglia fuori tempo massimo e si appella al ruolo dell’azienda. E’ successo con l’idea di rendere noti nei titoli di coda i compensi di conduttori e ospiti, succede col nuovo contratto dell’Antonellona che ha chiesto un ritocco e preteso il reintegro alla Prova del cuoco. La Rai ha prima detto si a 2 milioni annuali, poi li ha ritoccati a 1,8 milioni. Adesso un paio di consiglieri, Rizzo Nervo e Antonio Verro, della minoranza e della maggioranza del cda, le danno dell’ingrata (i compensi andrebbero tutti ridotti dice uno e l’altro tira in ballo la riconoscenza) dimostrando, ancora una volta, la confusione gestionale di viale Mazzini. Le contrarietà (anche quelle giuste) sono utili prima di firmare un contratto, dopo servono solo a creare tensioni.