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Intervista a Fulco Lanchester, preside della facoltà di scienze politiche alla Sapienza di Roma

È il preside della facoltà di scienze politiche alla Sapienza di Roma. Si chiama Fulco Lanchester: sua nonna era austriaca, suo padre inglese. Nato a Udine, insegna diritto costituzionale. Parliamo del voto del 13 giugno.

"Vorrei mettere in chiaro che sono elezioni con il sistema proporzionale e quindi sono completamente diverse dalle politiche. Le europee sono un immenso sondaggio che costerà miliardi di euro e non deciderà nulla. I partiti di governo soffrono le elezioni di mezzo termine. Se la destra perde, cercherà di salvare il salvabile e di essere più unita. La sinistra, intanto, è divisa tra riformisti e radicali. E non si unisce. Non c'è alcun leader: c'è la Gruber – donna bellissima – ma non c'è una direzione".

Previsioni? "Non ho la sfera di cristallo". La reazione contro la guerra sarà decisiva? "C'è stato un effetto devastante per Aznar. La sua cattiva gestione dell'attentato è diventata un boomerang. In Italia può incidere, ma non è così importante".

La politica in generale com'è cambiata negli ultimi anni? "C'è un dato essenziale: l'omogeneizzazione dei politici. C'è stata una riduzione del ruolo della religione e delle classi sociali, e ormai tutti si somigliano. E poi c'è la forza centrifuga della classe politica: non ci sono più punti di contatto e di colloquio con i cittadini. Mi sembra che tanti politici rispolverino le vecchie barricate".

Voterebbe a sinistra o a destra? "Sono uno dei promotori della lista Prodi. Me l'hanno chiesto e io ho firmato". Essere schierato non diminuisce un po' la sua obiettività professionale e accademica? "È una cosa tipica dei paesi latini, l'idea di schierarsi. La realtà è che l'establishment accademico vale molto meno di quanto si creda".

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