Claudio Ranieri, ex allenatore di Chelsea e Juventus, è amato dagli inglesi e non solo per i suoi successi sportivi.
Spesso si sente dire che gli italiani sono scaltri o imbroglioni. E posso anche capire perché. Però Claudio Ranieri – allenatore del Chelsea – rappresenta l'altra faccia (senz'altro più diffusa) del paese: nobile, onesto, simpatico.
"La sua dignità", diceva l'altro giorno Des Lynam (il Giorgio Tosatti inglese), "ha brillato come un faro per tutta la stagione". La cosa impressionante è che, come Gianfranco Zola, Ranieri è amato dagli inglesi e non solo per i suoi successi sportivi.
È amato perché è un gentiluomo, perché insegna agli inglesi un atteggiamento cavalleresco che, una volta, era naturale anche per loro. Ora non più. In questa storia gli imbroglioni sono proprio gli inglesi (e un russo): per tutta la stagione i dirigenti del Chelsea hanno cercato di sostituire Ranieri. Lui, umilmente, continuava a fare il suo lavoro. Vinceva. Scherzava con il suo inglese molto italianizzato (mette, come tanti, una 'a' dopo ogni parola: "What-a-I-a-want-a-to-say-a…").
Quando ha vinto contro l'Arsenal per entrare nelle semifinali della Champions League piangeva con orgoglio e rabbia. Con ogni probabilità Ranieri – soprannominato "tinkerman" (l'uomo che sa cavarsela) – è la persona più popolare della Gran Bretagna. C'è perfino un sito per salvarlo,www.saveclaudio.co.uk.
"Sento l'appoggio di tutta l'Inghilterra", diceva Ranieri questa settimana, prima della partita con il Monaco. "Sono molto fiero, è un traguardo importante per me e per il Chelsea". La cosa commovente è che Ranieri è diventato il portabandiera dell'Inghilterra in Europa proprio quando i tifosi inglesi sono innamorati dei migliori valori italiani.