Intervista a Paola Pastacaldi, scrittrice e consigliera dell'ordine dei giornalisti della Lombardia
Paola Pastacaldi è una scrittrice e consigliera dell'ordine dei giornalisti della Lombardia (l'ordine, dice, ha "il compito deontologico di sorvegliare il patto di fiducia tra il lettore e il giornalista: è il giudice dei giornali e dei giornalisti").
Parliamo della commistione tra notizia e pubblicità. "È quella che chiamiamo pubblicità occulta, mascherata: la citazione di prodotti o di marche – insomma, informazione commerciale. Il marketing ha invaso i giornali. Questa commistione ormai riguarda tutti i giornali. È cominciata nei femminili con ‘l'informazione di confine': articoli sui prodotti di salute, bellezza, abbigliamento eccetera. Ora tutti gli inserti lo fanno: citano o descrivono dei prodotti, che siano libri o automobili". La pubblicità, dice, dovrebbe essere una cosa a parte: "Riconoscibile, palese, evidente".
Il problema è aggravato dal "dominio della televisione, che ha creato un giornalismo molto legato all'immagine dove la commistione ha trovato maggiore spazio. I personaggi sono diventati il nucleo della notizia. Esiste ormai un giornalismo dei vip, il personaggio è tenuto in vita dalla tv, fa notizia da solo. Naturalmente il vip viaggia, si veste, parla, indossa degli abiti, mette un orologio, diventa un testimonial. Innesca un meccanismo in cui facilmente un giornalista televisivo può fare pubblicità, abusando della sua credibilità svendendosi per conto di un prodotto".
Come funziona la "disciplina" dell'ordine? "Se c'è un'infrazione, di qualsiasi tipo, il giornalista può essere richiamato, sospeso, soggetto a sanzioni".