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Si discute molto d’informazione in questi giorni: dimissioni, proteste, censura eccetera. Sentiamo Francesca de Carolis, ex comitato di redazione del Tg1

“Il problema si è aggravato da quando la lottizzazione si è trasformata in una vera e propria occupazione della Rai da parte dei partiti. E in questo momento, con un governo che ha un rapporto paranoico con l’informazione, tutto diventa grottesco. Abbiamo dimenticato come dare notizie e fare inchieste, e non c’è tema che non passi attraverso i partiti. Prendi un argomento complesso e delicato come la legge sulla fecondazione artificiale: nei tg vedi solo cosa ne pensano la destra e la sinistra. Basta che ciascuno abbia il suo spazio, un tot di minuti. Sentire un medico, un esperto fuori dal parlamento diventa secondario. Così si rinuncia al dovere di spiegare, di fare domande e si delega. Si diventa dei portavoce, dei porta-microfono. La funzione del lavoro giornalistico scompare. Non si dà voce alla società civile nella sua complessità. Sembra che l’unico problema sia chiedersi che ne pensano i partiti”.

Gli aggettivi più usati da de Carolis sono “soffocante” ed “esasperante”. “Non si racconta il paese reale. A Natale, per esempio, è scomparso ogni riferimento ai negozi vuoti. Perché parlare del calo dei consumi? E poi, perché spiegare i termini della riforma della giustizia? E così via sottraendo”. Le cose andavano meglio in passato?

“Molto è cambiato da quando è arrivata Mediaset. Da allora è cominciata una rincorsa le cui regole sono dettate dalla ‘concorrenza’. Noi le abbiamo seguite, dimenticando un ruolo e un patrimonio che forse andava difeso. Il problema di fondo quindi non è di oggi”.

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