"È un'abitudine lamentarsi dell’incessante attivismo della nostra epoca", scriveva Chesterton in Orthodoxy (la sua magistrale difesa del cristianesimo, datata 1908).
“Ma in realtà il principale segno distintivo della nostra epoca è una profonda pigrizia e stanchezza; e il fatto è che la reale pigrizia è la causa dell’apparente attivismo. Si prenda un esempio tratto dal mondo esterno: le strade sono piene del frastuono di taxi e automobili; ma ciò non si deve all’attività, bensì al riposo degli esseri umani. Vi sarebbe meno frastuono se vi fosse più attività”.
Queste parole mi sono tornate in mente leggendo il rapporto pubblicato dall’Aci e dal Censis sull’uso dell’auto in Italia, il paese europeo con il maggior numero di auto private per cittadino. Negli ultimi due anni si sono aggiunte, sulle strade, un milione e 200mila macchine. Il traffico e i costi sociali aumentano esponenzialmente.
Sentiamo Roberto Ciampicacigli, direttore di Censis-Servizi: “È un fenomeno collegato alla morfologia e alla cultura del nostro paese. Abbiamo ottomila comuni, tanti centri e città, quattro milioni d’imprese. Per questo l’italiano è spesso in movimento. Abbiamo voglia di esserci, di parlare, comunicare: l’Italia ha anche il più alto numero di cellulari in Europa, per esempio”.
La dipendenza dall’auto, secondo Ciampicacigli, deriva dalla forte inclinazione degli italiani alla mobilità privata. I nuovi optional rendono l’auto ancora più tecnologica, con lettori dvd eccetera. Ormai le ore passate nel traffico non sono più tempo perso. La macchina diventa un’estensione della casa o dell'ufficio”.
I tre aggettivi che Ciampicacigli propone per definire gli italiani sono: “Creativi, cinici e generosi”.