"Nella Sicilia rurale della metà ottocento, ‘Cuntrastamu!’ era una risposta che si dava a chi chiedeva ‘Come stai?’. Significa ‘resistiamo’, ‘andiamo avanti’”.
Così Enrico Natoli e Maria Mazzei spiegano il nome del loro sito (www.cuntrastamu.org) dedicato alla lotta contro le mafie.
“Il governo italiano”, dice Enrico, “ha fatto due o tre anni di lotta alla mafia seria e determinata, dal 1992 al 1995. Poi, si sa, ha abbassato la guardia. L’unico modo di vincere questa guerra è sciogliere quel nodo fondamentale tra cittadini e criminalità, di convincere il cittadino che conviene essere dalla parte dello stato, non della mafia”.
“Le mafie in Italia”, sostiene Maria, “hanno un ‘fatturato’ di 18 miliardi di euro all’anno. Due terzi degli imprenditori al sud sono vittime di usura ed estorsioni. Ma non si parla più di mafia. Dal 1996 a oggi, ogni tanto c’è una cronaca giudiziaria, un’operazione contro la criminalità. Però a tutto viene dato un rilievo bassissimo, da ventesima pagina”.
Parlando di criminalità organizzata spesso si perde di vista l’altra faccia del problema, quella più nobile di chi la combatte.
“Ho avuto”, dice Enrico, “la fortuna di conoscere tantissime persone coraggiose, che lavorano per riprendere quello che la mafia ci ha preso, ci ha rubato. Purtroppo, però, molte persone che in quegli anni, all’inizio degli anni novanta, si sono impegnate concretamente, oggi vivono come se il problema non esistesse più. Alla mafia oggi conviene mantenere un profilo basso e, se non siamo vigili, siamo tutti colpevoli di permetterle di stare tranquilla in silenzio”.