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Bella storia, questa: Primo Sidoli nasce nel 1945 a Bardi, sull’Appennino parmense. Come migliaia di oriundi di quel piccolo e sperduto villaggio, emigra in Galles all’età di 18 anni.

Oggi, a quarant’anni di distanza, suo figlio Robert Sidoli, che porta il nomignolo di Big Sid e gioca nella squadra del Galles, è diventato l’eroe del campionato mondiale di rugby che si svolge in Australia.

“È meraviglioso, è assolutamente un sogno”, dice orgoglioso Primo, che oggi gestisce un negozio di fish and chips vicino a Cardiff. Primo parla inglese con l’inconfondibile accento cantilenante dei gallesi, che ricorda un po’ l’italiano dei veneziani.

Mi dice: “Quando sono venuto qui non parlavo una parola, poi a poco a poco ho imparato. Il Galles mi ricorda molto i paeselli italiani di quarant’anni fa: c’è un senso della comunità incredibile, la gente è molto amichevole. Di tutti gli italiani che si sono stabiliti in Galles, quasi l’80 per cento è originario di Bardi. Ancora adesso ci riuniamo un paio di volte l’anno: c’è un’associazione che si chiama ‘Amici di Val Ceno’”.

Il figlio di Primo, il rugbista Big Sid, si è visto offrire contratti sia dal Parma che dal Treviso, ma li ha rifiutati preferendo club locali. È tutta la settimana che la stampa gallese parla dell’eroe italiano del Galles, l’imponente rugbista che questa domenica affronterà la nazionale inglese (non solo: anche uno dei campioni del rugby inglese è oriundo italiano, si chiama Lawrence Dallaglio). Dice ancora Primo: “Quando la nazionale italiana di rugby gioca contro la squadra del Galles, devo tifare per i gallesi, sennò mi spezzano le gambe! Nel calcio, però, sono diviso in due”.

Per ulteriori informazioni sulla comunità italiana in Galles, vi consiglio un ottimo libro di Colin Hughes. S’intitola Lime, lemon and sarsaparilla.

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