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Non me la sento di cantare vittoria perché un cardinale ha aperto per qualche minuto la finestra


Ma la vera rivoluzione non sta tanto in ciò che dice, quanto nel modo in cui tratta certi temi avendo sempre chiaro in mente che "ciascuno ha dentro di sé un senso etico" e quindi ogni individuo è responsabile e cosciente quando è il momento di compiere delle scelte. Con questa sua dichiarazione non solo riconosce l'esistenza di un'etica laica, ma si dissocia dal pensiero di Ruini & co. secondo cui "nessuno può dirsi padrone e signore assoluto della vita propria".

Personalmente continuo a essere un po' infastidita dalle parole di Martini che, pur con le sue aperture e la sua sensibilità (ma mi guardo bene dal soprannominarlo il Che Guevara del Vaticano), è riuscito a dimostrare che gli esponenti della chiesa non ce la fanno proprio a stare in silenzio e, che ne parlino bene o ne parlino male, continuano a intervenire su questioni private che riguardano solo ed esclusivamente i cittadini di uno stato laico.

A costo di apparire incontentabile, non me la sento di cantare vittoria solo perché un cardinale fra tanti ha aperto per qualche minuto la finestra del Vaticano e ha lasciato entrare un po' d'aria pulita. Non riesco a togliermi dalla testa che forse è tutta una manovra della chiesa che si è probabilmente resa conto, da un po' di tempo a questa parte, di essere pericolosamente scivolata in un territorio in cui dialogo e punti di vista differenti sono ospiti non graditi. Che abbia forse deciso di mostrare il suo lato buono?

Che abbia forse scelto di fare come quegli editori pseudoliberali che cercano di dimostrare la loro capacità di autocritica con qualche libro scomodo e qualche programma irriverente sulle loro reti televisive? Insomma: che pensa, davvero, la chiesa delle dichiarazioni di Carlo Maria Martini? È contenta di dimostrare che al suo interno esiste una diversità (anche minima) di opinioni, oppure al contrario ne ha paura?

È solo un caso il fatto che, in un momento di accesi dibattiti a favore della laicità, spunta fuori a suon di tromba una personalità come quella di Martini? Perché Martini non si è espresso quando c'era da decidere come votare al referendum sulla procreazione assistita? O quando si è pensato di introdurre i volontari cattolici nei consultori pagati dallo stato? Perché il Vaticano non ha mai garantito il pluralismo in tempi in cui il suo potere era messo a rischio e lo fa adesso che ha bisogno di acquistare credibilità?

melissa p.

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