Hegel si occupò della logica pubblicando nel 1816 la Scienza della logica e, l'anno dopo, l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Nella prefazione alla seconda edizione della Scienza della Logica, nel 1831, Hegel scrive che per la "vecchia metafisica...il vero non erano le cose nella loro immediatezza, ma le cose elevate nella forma del pensiero, le cose pensate. Quella metafisica riteneva che il pensiero e le sue determinazioni non fossero estranee alle cose ma ne costituissero l'essenza". Questa, per Hegel, giusta posizione, fu traviata dall'intelletto che, "volto contro la ragione, si comporta come un ordinario intelletto comune, il senso comune, che sostiene che la verità riposa sulla realtà sensibile e che i pensieri sono soltanto pensieri mentre la ragione produce solo sogni". Occorre perciò, dopo duemila anni, da Aristotele, "un completo rifacimento".