La scissione si realizzò il 21 gennaio 1921, nel Teatro San Marco di Livorno, con la nascita del «Partito Comunista d'Italia, sezione italiana dell'Internazionale». Nel Comitato centrale entrarono due ordinovisti, Gramsci e Terracini, mentre l'Esecutivo venne composto da Amadeo Bordiga, Bruno Fortichiari, Luigi Repossi, Ruggero Grieco e Umberto Terracini.
Dal 1° gennaio 1921 Gramsci diresse l'Ordine nuovo, divenuto ora uno dei quotidiani comunisti insieme con Il Lavoratore di Trieste e Il Comunista di Roma, quest'ultimo diretto da Togliatti. Non venne eletto deputato alle elezioni del 15 maggio: Gramsci non ha capacità oratorie, è ancora giovane e anche la sua conformazione fisica non lo agevola nell'apprezzamento di molti elettori.
Alla fine di maggio partì per Mosca, designato a rappresentare il Partito italiano nell'esecutivo dell'Internazionale comunista. Vi arrivò già malato e nell'estate fu ricoverato in un sanatorio per malattie nervose di Mosca. Qui conobbe una degente russa, Eugenia Schucht, una violinista che ha vissuto alcuni anni in Italia e, attraverso di lei, la sorella Giulia (Julka) (1894-1980) che, anch'ella violinista, aveva abitato diversi anni a Roma diplomandosi al Liceo musicale romano.