L'inizio della fine della cosiddetta età giolittiana fu l'arrivo al governo di Antonio Salandra nel 1914. Questi successe a Giolitti accordandosi con lui, ma presto riuscì a rendersi politicamente autonomo. Quando nel maggio 1915 Salandra vincolò la sua prosecuzione al governo ad un'adesione della Camera dei deputati alla sua linea interventista contro le Potenze centrali, a Giolitti - che pure aveva rifiutato l'incarico del re appena aveva saputo che la politica estera era già stata pregiudicata con la firma del Patto di Londra - fece capo la maggioranza neutralista della Camera, con un gesto di grande valenza simbolica anche se di scarsi effetti pratici: un numero di deputati superiore alla maggioranza dell'Assemblea lasciò il suo biglietto da visita nell'anticamera dell'abitazione romana dell'ex primo ministro. Il giorno dopo la stessa Camera votò la fiducia a Salandra, reincaricato dal re, facendo uscire l'Italia dalla neutralità, per cui Giolitti si batteva, e portandola nella Prima guerra mondiale.