Di fronte alle debolezze dell'appena dimessosi Giolitti, la base elettorale - ancora piuttosto ristretta - volle richiamare Crispi, in modo da porre la parola "fine" davanti ai continui disordini causati dai lavoratori. La sua politica estera, aggressiva e colonialista, lo portò in Eritrea, ma una serie di sconfitte culminate con quella di Adua (1° marzo 1896) ne causarono le dimissioni. Il periodo che va da questo momento sino al 1903, quando Giolitti ritornò Primo Ministro, è comunemente indicato come Crisi di fine secolo: un periodo di recessione economica contribuì infatti all'acuizzarsi della tensione sociale e politica che si tradusse nella successione di 11 governi in appena 10 anni.
Il 4 febbraio 1901 il pronunciamento di Giolitti alla Camera (emblematico della sua ideologia) contribuì alla caduta del governo allora in carica, il Governo Saracco, responsabile di aver ordinato lo scioglimento della Camera del Lavoro di Genova.
Già dal Governo Zanardelli (15 febbraio 1901 - 3 novembre 1903), poi Giolitti ebbe una notevole influenza (oltre a quella propria del Ministro degli Interni) per la stanchezza dell'ormai vecchio presidente.