Politico privo di un passato impegnato nel risorgimento e portatore di idee liberali moderate, entra nel governo già nel 1882 come collaboratore del Ministero di Grazia e Giustizia; dopo essere passato, con la Destra di Quintino Sella, al Ministero del Tesoro (dove, fra l'altro, contribuì a quell'opera tributaria volta tutta al pareggio del bilancio), diventa Ministro del Tesoro del governo di Francesco Crispi e quindi, Ministro dell'Interno nel governo di Zanardelli, prima di giungere alla nomina di primo ministro nel 1892.