Il 26 marzo 1944 chiese al Comitato di Liberazione Nazionale di approvare l'attacco di via Rasella. Nel 1945-1946, dopo la liberazione, fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei governi Parri e De Gasperi I.
Dal 1948 fino alla morte fu deputato per il Partito Comunista Italiano, al cui interno ebbe molti incarichi. È stato a lungo punto di riferimento della corrente riformista del partito, che auspicava una stretta collaborazione con isocialisti. Gli si contrappose, con motivazioni completamente diverse, il leader della sinistra interna Pietro Ingrao.
Nel 1971 fu tra i firmatari dell'appello pubblicato sul settimanale L'espresso contro il commissario Luigi Calabresi.
Dal 1967 in poi Giorgio Amendola si occupò anche di scrittura: tra le opere più importanti ricordiamo Comunismo, antifascismo e Resistenza (1967); Lettere a Milano (1973);Intervista sull'antifascismo (1976 in collaborazione con Piero Melograni); Una scelta di vita (1976) e Un'isola (1980, considerata la sua opera migliore).
Tutti questi libri, autobiografici ed incentrati sul tema dell'antifascismo e della Resistenza, sono pervasi da un sottile sentimento di tristezza e solitudine. Attraverso la propria vicenda, Amendola vuole far capire al lettore cosa prova un uomo che non ha più la libertà e che prova su di sé il dramma del confino, dell'esilio e del carcere. Lo stile usato, semplice e scorrevole, contribuì a una buona diffusione di tutte le opere amendoliane.