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"Non un divorzio ma una separazione consensuale". Dario Franceschini sintetizza così l'incontro di oggi tra il Pd e la Sinistra-Arcobaleno. Quel faccia a faccia che arriva dopo la decisione di Veltroni di far correre il Pd da solo alle prossime elezioni. Una decisione già annunciata alla vigilia dell'incontro di oggi tra Pd e leader della Cosa rossa, ma resa ufficiale oggi. Nessun accordo tecnico né politico tra Sinistra e Pd.

E che non ci sarebbero state sorprese era chiaro. Tanto che al tavolo anche l'ipotesi della desistenza non è stata nemmeno sfiorata. "Il dibattito e il terremoto nel centrodestra sono una conseguenza della nostra scelta coraggiosa ed innovativa di andare da soli. Una scelta in cui pochi credevano" sottolinea Franceschini.

A Franco Giordano, Fabio Mussi, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio, non è restato che prendere atto delle intenzioni del Pd e pensare al futuro. Con l'obiettivo di superare il 10% dei voti.

"Sarà una sfida tra due formazioni, una sfida leale e leale speriamo che sia il confronto" commenta Diliberto. "Tra noi e il Pd si è aperta una sfida a chi rappresenta meglio l'alternativa a una destra aggressiva e pericolosa - spiega Giordano - La sinistra si presenterà in un'unica lista, con un nostro candidato e leader che è Fausto Bertinotti, e con un nostro simbolo che presenteremo al più presto, forse già martedì". E se Fabio Mussi parla di sfida sui programmi Pecoraro Scanio rlancia l'alternatività a Berlusconi.

Ma, se alle politiche Pd e Sinistra andranno per la propria strada, alle elezioni amministrative accordi e desistenze saranno possibili: "Non bisogna consegnare le città importanti al centrodestra" conclude Giordano.

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