Situazione di crisi tra Rifondazione comunista, Verdi e Sinistra democratica e il Pdci. La riunione convocata questo pomeriggio in vista degli stati generali della sinistra dell'8 e 9 dicembre si e' interrotta dopo un duro scambio di opinioni che ha visto da un lato Giordano, Pecoraro Scanio e Mussi e dall'altro Oliviero Diliberto, i cui parlamentari avevano deciso di non partecipare alla votazione finale del provvedimento sul welfare come forma di protesta per la decisione del governo di porre la fiducia.
Diliberto, giunto con qualche ritardo alla riunione, e' stato accolto con grande freddezza dagli altri leader della sinistra, che gli hanno rimproverato un atteggiamento definito "sleale". A quanto si apprende in ambienti della sinistra la situazione sarebbe considerata grave, quasi una rottura del tavolo per la costruzione della Cosa rossa e qualcuno giunge addirittura a ipotizzare al momento una prosecuzione del percorso senza il Pdci. Questo elemento rimetterebbe in campo la questione della falce e martello. In molti davano per scontato che la realizzazione di un soggetto unitario e plurale della sinistra avrebbe potuto comportare un prezzo a sinistra, con la possibilita' per frange antigovernative ed estremiste di utilizzare la falce e martello, ma la cosa sarebbe molto diversa se il simbolo rimanesse nelle mani di un partito piccolo, ma attatticamente 'aggressivo' come quello di Diliberto.