La maggioranza alla Camera, un avanzamento al Senato e la conquista di nuovi stati. Senza contare la vittoria nella Chicago dove è iniziata l’avventura politica di Barack Obama. Bottino ricco per i repubblicani, tornati alla ribalta a due anni dalla pesante sconfitta alle presidenziali. Un successo ampiamente previsto dai sondaggi da attribuire però al malcontento diffuso nei confronti di un’amministrazione alle prese con un difficile rilancio dell’economia. Argomenti come la crisi economica, la riforma delle pensioni o della finanza, su cui il Grand Old Party ha puntato durante tutta la campagna elettorale per evidenziare i limiti di un presidente costantemente in calo nei sondaggi. Del resto, osserva il New York Times in un editoriale, “gli elettori hanno mandato ad Obama un messaggio molto chiaro: Non sono soddisfatti di come sta facendo il suo lavoro, sono ancora più arrabbiati con i democratici al Congresso e hanno deciso di restituire la Camera ai repubblicani”. Repubblicani che a loro volta, prosegue il quotidiano, “hanno trascorso gli ultimi mesi a fomentare la rabbia degli americani sull’economia e a cavalcare la paura di un ‘big government’, lanciando a loro volta poche idee”.