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Usa



Barack Obama è l'unico senatore nero d'America, il quinto nella storia del Senato federale di Washington. E' stato eletto per la prima volta il 2 novembre scorso, ma è già la nuova stella del Partito democratico. A luglio John Kerry gli affidò il discorso più importante della Convention di Boston. E Obama non si lasciò scappare l'occasione. Da allora non ha più mollato i titoli e le copertine dei grandi giornali. "Sono così sovraesposto da essere riuscito a far passare Paris Hilton per una reclusa", ha scherzato Obama. Newsweek lo ha scelto come la persona più in vista del 2005. E' un oratore formidabile, Obama. Figlio di un keniano e di un'americana bianca del Kansas, il neo-senatore dell'Illinois è l'incarnazione del sogno americano, una specie di versione politicamente corretta e di sinistra di Arnold Schwarzenegger. Altri lo hanno paragonato a un Kennedy di colore, perché, come i due fratelli Kennedy, sembra offire speranze e indicare nuove frontiere. Appena eletto, Obama è stato invitato a pranzo da George W. Bush. "Mi sono molto divertito", ha detto Obama a un incredulo David Letterman. Di lui si parla già in prospettiva presidenziale, nonostante i 43 anni e l'inesperienza politica. Ma Obama sa come muoversi. Cerca di non cadere nella trappola dell'antagonismo di sinistra, che è perdente. Così, in diretta tv, ha lodato Bush per aver creato "una delle migliori squadre politiche mai viste in America" e, anziché puntare sulla divisione, ha provato a unire il paese: "Ci sono patrioti che si oppongono alla guerra e patrioti che lo sostengono. Ma siamo un unico popolo, tutti orgogliosamente devoti alle Stelle e Strisce, e pronti a difendere gli Stati Uniti d'America", ha detto nel suo discorso di Boston. Se Hillary può diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, Obama è già pronto per essere il primo nero alla Casa Bianca. Nel 2008 starà a guardare. Ma quattro anni dopo ci proverà.

VANITY FAIR, 13 gennaio 2005

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